Da Delbello a Russo e Poropat Il dispiacere degli ex petrarchini

Il direttore dell’Irci: «Tradizione rovinata». Il consigliere dem: «Finisce un pezzo di storia» 

LE REAZIONI

Ai volti noti che a Trieste hanno frequentato il liceo Petrarca, la novità non piace. «Tra il ginnasio e il liceo c’era una divisione di spazio e di tempo, quando passavi quella linea diventavi grande – racconta Piero Delbello, direttore dell’Irci –. Li ricordo come due universi ben separati, paralleli, seppur vicini. Ai miei tempi si sentiva la differenza e togliendo il ginnasio credo si rovini un mondo, quella sorta di codice identitario che c’era. Penso ai gruppi sportivi, ai campionati interni, da una parte i ragazzini dei primi due anni, dall’altra i liceali. Anche gli insegnanti erano diversi. È molto strano – aggiunge – pensare a un liceo classico senza il ginnasio, ed è qualcosa che, pur essendoci motivazioni pratiche alla base, francamente non mi piace».

«Peccato, è un pezzo di storia che finisce, qualcosa che ci rimarrà nella memoria». Così commenta il cambio di ordine delle classi Francesco Russo, anche lui ex petrarchino. «Ricordo bene la differenza netta tra ginnasio e liceo. Il salto si sentiva chiaramente, quando assumevi responsabilità maggiori ma quando potevi fare anche cose diverse, e più divertenti, rispetto ai primi anni. Cambiava tutto, ricordo quando avevo organizzato la festa di Natale con la rock band o durante le assemblee studentesche, quando quelli del ginnasio sedevano dietro, nelle ultime file e i “grandi” erano in primo piano. Venivano introdotte nuove materie, si cambiava passo. Credo comunque – prosegue il consigliere regionale del Pd – che questa differenza ormai non sia più così netta, i corsi scolastici si sono uniformati, molti aspetti sono cambiati. Noi eravamo quelli con annate “strane” rispetto agli altri istituti, gli studenti non capivano perché da noi prima c’era la quarta e poi la prima. Era un nostro piccolo privilegio, al classico, essere così “speciali”, e ora non ci sarà più».

«All’epoca in cui ci andavo aveva un senso la divisione, era un primo banco di prova forte, poi svanito, quindi è una novità che non penso apporterà grandi modifiche alla scuola», è l’opinione di Maria Teresa Bassa Poropat, che come tanti nella sua famiglia si è diplomata al Petrarca. «Ai miei tempi c’era una selezione durissima che avveniva proprio nel passaggio tra il ginnasio e il primo anno di liceo – racconta –, basti pensare che nella mia classe da 23 siamo rimaste in 13. Era una divisione voluta perché dopo i primi due anni potevano proseguire solo gli studenti preparati, era un salto importante, come quello tra le elementari e le medie. Non era solo una separazione formale o amministrativa. Ed era molto difficile e impegnativo proseguire, chi andava avanti poi non veniva quasi mai bocciato, aveva già varcato una soglia fondamentale. In generale comunque ho un ottimo ricordo del Petrarca – sottolinea l’ex presidente della Provincia –: è stato formativo a livello scolastico, culturale e personale. Ed era, ripeto, una scuola severa, un tratto distintivo che poi nel tempo non è stato mantenuto, il liceo si è modificato ed è normale sia accaduto. Anche per questo non penso di giudicare negativamente i cambiamenti in atto». —

Mi.B.

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