Da via Trento in decollo a Stazione Rogers: così la mappa della movida triestina si allarga

TRIESTE La trepidante attesa della pedonalizzazione in via Trento, che per i ristoratori sarà il trampolino di lancio della strada, il Ghetto che conferma la sua vocazione ai drink, da sorseggiare fino a tarda ora, la novità sempre più apprezzata di piazzetta Barbacan, con i tanti tavoli all’aperto, e la “sempreverde” via Torino, che resta il punto di riferimento principale per le serate triestine. È la mappa della movida estiva nel centro della città, fotografata sabato sera, tra triestini e turisti, tra la soddisfazione dei gestori e la rabbia per il nuovo regolamento comunale sulla musica, che di fatto ha reso molte zone silenziose e ha lasciato a casa tante band.
Il giro tra i locali parte da via Trento, qui l’ora migliore è quella dell’aperitivo. Sono le 21.15 all’enoteca Giovinoto, pienissima, in chiusura. «Sono soprattutto persone che lavorano in zona e che a fine giornata si godono un bicchiere e siamo contenti per il successo che stiamo riscontrando – spiega il titolare Riccardo Pontelvi –. Chiudiamo di solito alle 21, massimo alle 22, ma non oltre. Non ci sarebbe motivo di continuare. Questa strada è destinata a cambiare con la pedonalizzazione. Per ora va così. Poi si rivitalizzerà ancora, sono sicuro che apriranno anche altri locali». Pochi metri più avanti verso il canale, stesso pensiero per la birreria Hop&Rock: «Funziona bene dalle 18 – dice Emanuele Pisano –, poi dopo cena. Certo che d’estate è più difficile, la gente preferisce stare fuori e qui ancora non si può fare. Aspettiamo anche noi che via Trento venga chiusa al traffico per una nuova ripartenza».
Proseguendo su via Cassa di Risparmio tra il buffet Borsa e il Theresia tanti i gruppi di amici fermi all’esterno, mentre poco più in là colpiscono il silenzio e la tranquillità di piazza Ponterosso, indicata un paio di anni fa come la nuova meta del divertimento, che a detta di tanti avrebbe dovuto rimpiazzare via Torino. Niente musica, qualche saracinesca abbassata e niente più serate con folle di ragazzi a seguire feste e dj, come in passato. È solo il White Cafè, nella vicina via Genova, tra i più amati della zona, a garantire poco distante serate animate.
Continuando la passeggiata, sono le 22 e fuori dai locali di via del Ponte, nel Ghetto, l’atmosfera è vivace. Tutti pieni i tavolini, oltre alle persone in piedi, qualcuno ancora si gode qualche spuntino, mentre la maggior parte opta per vino o birra con gli amici. «Meno gente di 10 anni fa sicuramente – raccontano dall’osteria da Marino – ma venerdì e sabato c’è un continuo viavai, di tutte le età. Qui si passa soprattutto dopo cena, e ci si ferma fino a tardi. D’accordo con gli altri gestori si chiude attorno alle 3. E a quell’ora comunque troviamo sempre qualcuno che continua a fermarsi fuori».
Tanti i giovani che riempiono poi anche le sedute esterne di Km zero, stretto tra le vie del Pane e dei Rettori, mentre in Cavana brulica di persone il Cicchetto e su per via Capitelli pure il Cemut.
Ma è salendo ancora, fino a piazza Barbacan, che il clima è più vivace. Anche qui, come in altre zone, i gestori si sono arresi alle nuove direttive in tema di musica, con la scelta, sofferta, di limitare dj-set e sound dal vivo. «Da cinque anni organizzavo concertini, ora sono demoralizzato – sottolinea Fabrizio Fanelli di Viva –: troppa burocrazia, carte da compilare, costi da sostenere, i controlli degli agenti e il rischio dei malumori dei residenti. Dispiace, perché i musicisti ci contattano, ma preferiamo dire di no. Ed è un peccato. Per fortuna la gente c’è, ma la musica indubbiamente creava una bella atmosfera». I vari bar sorti negli ultimi anni hanno colonizzato lo spazio pedonale, dove tra tavolini e sedie in legno si mescolando triestini, turisti e universitari. «Abitiamo qui sotto, nelle case dello studente di via Capitelli – spiegano alcuni ragazzi –. Adoriamo Barbacan, ci vediamo a fine giornata, dopo le 22, è un luogo che attira sempre di più persone».
Tornando verso Cavana la direzione è via Torino, destinazione di tanti gruppi di giovani che già si stanno incamminando. Sono quasi le 23 e si fatica a muoversi in mezzo all’arteria pedonale. I più giovani sono fermi alle Botti. «La media del nostro gruppo? Vent’anni – si confrontano alcuni ragazzi –, ci veniamo ogni settimana. C’è vita, ma più che altro è l’unico posto dove a Trieste trovi un po’ di casino. Per il resto poco o niente». Andando avanti fino a piazza Venezia i locali sono pieni e molti si riversano con il bicchiere all’esterno, anche per osservare il fiume di gente incessante. Tutto si chiude attorno alle 2.
Ultima tappa della serata la Stazione Rogers, alla fine delle Rive, unico punto dove c’è musica, con dj, mai fino a tarda ora. Intrattenimenti che vengono organizzati di tanto in tanto, nel rispetto delle case vicine. Mentre il servizio del bar il venerdì e il sabato chiude all’una e mezza. –
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