Dai dinosauri ai castellieri Il Carso prepara il rilancio

Comuni italiani e sloveni coinvolti nella definizione del progetto del “Geoparco” Allo studio itinerari tematici legati alla storia e alla morfologia del territorio
Di Ugo Salvini
Lasorte Trieste 16/03/14 - Villaggio del Pescatore, Sito Paleontologico, Dinosauro Antonio
Lasorte Trieste 16/03/14 - Villaggio del Pescatore, Sito Paleontologico, Dinosauro Antonio

DUINO AURISINA. Prende corpo il progetto per la realizzazione del Geoparco del Carso. La Provincia - ente che per primo ha individuato il potenziale di questa struttura internazionale e interprovinciale -, che comprenderà anche alcune aree in territorio sloveno e si estenderà fino a coprire zone dell’isontino e sarà finanziata con fondi europei e nazionali, ha ultimato in questi giorni la fase di studio. Al suo interno si evidenzia che il percorso in parte sotterraneo del Timavo, quello dell’Isonzo, i resti di dinosauri ritrovati nell’area del Villaggio del Pescatore, i castellieri, gli elementi presenti di peculiare interesse per la loro biodiversità, per gli aspetti antropici, storici e culturali «sono tutti fattori - si legge nella relazione dell’Area Sviluppo e pianificazione di palazzo Galatti – sui quali si reggerà il Geoparco del Carso. La proposta di realizzarlo è stata motivata dall’omogeneità del territorio italiano e sloveno, caratterizzata dal fenomeno carsico, che offre multiformi morfologie superficiali e sotterranee, ma non vanno trascurate le ricerche sulla frequentazione del Carso da parte dell’uomo, in epoche preistoriche in cavità, e significativi manufatti più recenti, quali le dimore storiche. Anche nell’ambito monfalconese e goriziano - continua il testo - sono presenti significative morfologie idrogeologiche, come il lago di Doberdò e si conservano le testimonianze storiche del primo conflitto mondiale, che qui si è manifestato nelle forme più cruente, di interesse sovranazionale. La proposta di valorizzazione di tale patrimonio non imporrà peraltro nuovi vincoli - prosegue il testo - e incentiverà anzi le attività agricole tradizionali, creando così i presupposti per uno sviluppo economico e turistico sostenibile».

L’Area Sviluppo e pianificazione territoriale della Provincia aveva avviato la fase di progettazione e realizzazione di un Geoparco sulla base dei finanziamenti previsti nell’ambito del Programma per la cooperazione Transfrontaliera Italia Slovenia 2007-2013, del Fondo europeo di sviluppo regionale e dei fondi nazionali fin dall’agosto del 2013, nel corso di un incontro a Sesana, cittadina capofila del coordinamento del progetto per il versante sloveno, durante il quale si erano approfondite le ricadute economiche e turistiche di iniziative di valorizzazione del territorio carsico, partendo da un’analisi dei sistemi ricettivi, del turismo attuale e dall’interesse per l’area.

A seguito di tale attività si era poi avviata una fase di divulgazione alla popolazione con iniziative mirate, anche attraverso sondaggi scritti. Nel marzo del 2014, in occasione dell’inaugurazione del “Museo vivente” a Sesana, i partner del progetto italiani e sloveni, insieme ai rappresentanti del Comune di Sesana avevano sottoscritto una dichiarazione per il sostegno e l’adesione alla “carta di prosecuzione del partenariato transfrontaliero di sviluppo del Carso 2014-2020”, con un formale impegno a valorizzare il territorio, proprio in virtù della creazione di un Geoparco.

Azioni divulgative di taglio più scientifico erano state portate avanti dalla Provincia di Trieste, che aveva inviato propri delegati al 6° Workshop dei Geoparchi, svoltosi a Castelnuovo di Garfagnana sempre nel 2014. La giunta provinciale aveva poi condiviso l’avvio della procedura di candidatura del Carso, con l’adozione di una specifica delibera, alla quale aveva fatto seguito l’avvio di colloqui con la Regione. «Si tratta ora si stabilire quali sono le priorità da affrontare - spiega il vicepresidente, Igor Dolenc - e valutare insieme il percorso amministrativo e tecnico da seguire, formulando l’ipotesi di gestione coordinata. Bisogna poi coinvolgere la Provincia di Gorizia e i partner sloveni, l’Università italiana e del Litorale, la direzione della Grotta Gigante e delle Grotte e il Parco di San Canziano, puntando alla costituzione di un organo di consultazione, a cui si affiancherà un organo politico».

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