Dai mobili ai Lego L’arte del riciclo fa proseliti in rete

Boom di iscritti in poche settimane al gruppo Facebook nato per favorire il baratto e il riutilizzo dei vecchi oggetti
Di Micol Brusaferro

“A me non serve più… chi lo vuole?” è il nome e il motto di un gruppo nato su Facebook a Trieste, che in poche settimane conta oltre 4mila membri. Gruppo che ha una mission ben precisa: riciclare gli oggetti anzichè gettarli via. Un mobile che a qualcuno non serve più diventa una risorsa per un altro e così accade anche per vestiti, giocattoli, elettrodomestici, accessori, libri e le curiosità non mancano.

Il gruppo, fondato dai triestini Alberto Krebel e Mauro Vascotto, amministratori della pagina, ha un regolamento chiaro a inizio pagina. Nulla si vende, tutto si propone esclusivamente in forma gratuita. È possibile anche inserire annunci, se si cerca qualcosa. «Lo scopo principale del gruppo è quello di riciclare oggetti che in casa nostra hanno esaurito la loro utilità, regalandoli a qualcun altro che ha voglia e necessità di utilizzarli di nuovo – si legge nel primo dei dodici punti che costituiscono il regolamento -, evitando così di intasare le nostre soffitte e le discariche di oggetti ancora funzionanti e funzionali e dando una mano a chi ne ha bisogno. Liberandosi di qualcosa che non serve si può essere d’aiuto a qualcuno in difficoltà».

In poco tempo sono centinaia gli oggetti “regariciclati”, questo il termine usato dagli utenti quando un bene viene donato liberamente e trova una nuova vita e una nuova destinazione. I più gettonati sono sicuramente i mobili, divani, armadi, sedie, scrivanie, ma anche arredamenti completi, come camere da letto o soggiorni “gratis a chi se li viene a prendere”. Un’idea che consente al proprietario di cedere in modo rapido pezzi che non servono più e allo stesso tempo diventa un’opportunità fondamentale per chi ne ha bisogno.

«L’idea è nata osservando sul web un gruppo simile già esistente a Viterbo, città dove abito - spiega Krebel - con oltre 8mila utenti. Ho pensato fosse interessante proporlo anche a Trieste e così è stato. Vedo con piacere che viene apprezzato ed è utile per molte persone, soprattutto in tempi di crisi».

Scorrendo gli ultimi annunci, si trovano offerte di candelabri in ferro, pallet in legno, e ancora cornici, gomitoli di lana, alcuni acquari, un vecchio televisore, libri, uno stereo, abiti per bambini, armadi, cassettiere, giochi in scatola e la lista continua. Le risposte solitamente sono immediate e in pochi minuti l’oggetto viene assegnato. Le due parti si accordano e a consegna avvenuta il post viene modificato, con la dicitura “regariciclato”. «È un modo rapido e semplice per darsi una mano a vicenda - spiega Mauro Vascotto - e per evitare gli sprechi, perché molto oggetti, grazie al gruppo, non finiscono nei rifiuti o non vengono messi da parte per poi essere dimenticati. Una vetrina web aperta a tutti, che rispecchia pienamente lo spirito dell’associazione di promozione sociale Spiz, di cui facciamo parte. Sono ormai tante le persone iscritte al gruppo su Facebook e c’è molto movimento. Stupisce come non si regalino solo oggetti che non hanno più un gran valore. C’è, ad esempio, una persona che ha messo a disposizione un’intera camera da letto o una che ha ceduto una vasca da bagno completamente attrezzata per disabili o anziani. All’inizio era possibile solo inserire annunci per regalare, poi abbiamo consentito anche post per chi cerca determinate cose, sempre in forma gratuita. Si avvicina in qualche modo all’antica idea del baratto, un meccanismo che funziona e che sta coinvolgendo sempre più triestini e non solo».

Qualcuno nelle ultime settimane ha scritto anche da Monfalcone, Gorizia e dal Friuli. Offerte di tutti i tipi vengono pubblicate quotidianamente, una dopo l’altra.

Tra le più “originali” la richiesta «Se qualcuno ha alberi da frutto e non ne mangia, o non ne raccoglie, appunto i frutti - si legge in un post - mi offro per prenderne un po’; ricambio con piantine aromatiche del mio giardino». Due gli utenti che hanno subito risposto: uno mettendo a disposizione il proprio pero e un altro regalando addirittura un albero di susini in un vaso.

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