Dal barista al grossista: «Chiediamo una svolta ma gli anni passano e lo scenario non muta»

E il presidente della Lega Navale Scubini boccia il Parco del mare La preside del Nautico Bigotti in controtendenza per la nuova sede 
Foto BRUNI Trieste 31.03.2021 Riva Traiana-locali e costruzioni fatiscenti -andrea dobrigna,barista
Foto BRUNI Trieste 31.03.2021 Riva Traiana-locali e costruzioni fatiscenti -andrea dobrigna,barista

le voci

«Spero di essere vivo quando sarà tutto a posto». Andrea Dobrigna, titolare da un anno de Al Bareto Le Rive Trieste è un po’ scettico sulle tempistiche della riqualificazione di questa fascia della città, che inizia più o meno all’altezza del suo esercizio commerciale e termina all’imbocco del Porto nuovo. È una delle tante voci che attendono una vera svolta per l’area. «Dall’82 – aggiunge –, più o meno da quando si è iniziato a costruire quel cubo di cemento che è ancora lì: l’ex Meccanografico». E di idee su come trasformarla ne ha: «Tanti stand ad esempio con una svariata scelta di offerte culinarie locali. Basta prendere spunto dai Navigli a Milano, o dalla vicina Sistiana, dove dieci anni fa hanno rilanciato la baia. Ma senza che i locali già presenti abbiano paura della concorrenza. E perché poi non far attraversare le Rive da un trenino?».

Annuisce un residente della zona, Michele Reni, 37 anni, emiliano. È venuto a Trieste per lavorare. «Eataly è l’ultima dogana prima del quasi vuoto purtroppo – commenta –. Dal 2017, da quando sono qui, non ho visto cambiare questa zona né ho sentito di progetti per questo fine. Si parla solo di Porto vecchio, mi sembra».

Ad alzare la voce, stufo di tante idee ma poca sostanza, è anche un operatore del Mercato ortofrutticolo, Roberto Mustacchi. «Ogni sindaco ci promette che andremo via di qua – evidenzia –, ma poi non accade nulla. Eravamo 52, ora siamo una decina e questo luogo non ha servizi, la struttura è fatiscente, abbiamo avuto anche una visita dei Nas. Si parla di tanti interessati ad acquisire l’area, ma noi non vediamo mai nessuno».

Alla Lanterna c’è poi la Lega Navale. Il presidente del sodalizio, Pierpaolo Scubini, chiede concretezza. «Vorrei qualcuno che faccia quello che dice durante la campagna elettorale – afferma –. Per quello che potevo fare io qui, avevo chiesto di poter prendere in concessione l’area ex Cartubi, rimettendo in auge il progetto dell’architetto Giovanni Fraziano, redatto quando era a capo dell’ex facoltà. L’obiettivo era fornire nuovi posti barca ma anche scuole professionali collegate al mare. Non è stato possibile. Ora in quest’area si vuol realizzare un acquario: sono contrario alla sua costruzione perché la struttura non sarà all’altezza di mantenersi. Le cose si protrarranno per un sacco di tempo e la città non potrà fruire dell’area».

Ecco poi che qualche operatore arriva in zona: pretende sì la riqualificazione, ma pure che i camionisti possano avere una sede vicina in cui poter trovare alloggio e ristoro.

Qualcuno di contento però c’è, dopo anni di lavoro. È la preside dell’istituto Nautico, Donatella Bigotti. La nuova Stazione a mare, in molo Fratelli Bandiera, è praticamente pronta. «Mancano i collaudi – racconta emozionata –. Se tutto va bene i ragazzi potranno entrare a settembre».

In attesa dal 2017 invece di una nuova sede sono i soci del Circolo dopolavoristico dell’Autorità portuale, che guardano all’ipotesi via Ottaviano Augusto. «Attendiamo – dice il presidente Lorenzo Deferri –. In ogni caso entreremmo a lavori finiti». —



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