Dal forno alla lavatrice Spunta vicino a Opicina l’ennesima discarica
L’altipiano restituisce un’altra zona verde invasa dai rifiuti I volontari di Sos Carso in azione dopo una segnalazione Fb

OPICINA. Elettrodomestici, ferraglia varia, bidoni, secchi, vetroresina, vetri e chi più ne ha più ne metta. Questo il prodotto dell’inciviltà che purtroppo continua a regnare impunita sul Carso triestino, in questo caso a Opicina. Durante la prima uscita ecologica di settembre del gruppo di volontari Sos Carso, nella dolina sotto il monte Gurca, in zona Campo, vicino a via dei Volpi, è stato infatti rinvenuto un po’ di tutto.
Il “censimento” ce lo racconta Cristian Bencich, portavoce dei volontari triestini: «Nella prima giornata abbiamo raccolto un’infinità di ferri vecchi, antenne tv, metri e metri di cavi d’antenna, ma anche due frigoriferi, un boiler, un forno, una lavatrice, due bidoni di ferro, plastiche, vetri, vetroresina e sedici sacchi di immondizie varie».
Tutto il materiale raccolto è stato accatastato dai volontari vicino alla prima strada utile per poter collocare un cassone per l’asporto. «Data la notevole mole di immondizie in questo lavoro, a turno, saremo impegnati noi di Sos Carso ed un gruppo di residenti della zona che parteciperanno in maniera attiva alla pulizia del sito – prosegue Bencich – quindi, meteo permettendo, contiamo di ripulire il tutto entro un mesetto, facendo turnazioni di un paio di orette a settimana».
Attuato in base ad una segnalazione giunta alla pagina Facebook del gruppo, il lavoro di “repulisti” della dolina adiacente al bosco Burgstaller-Bidischini ha dunque riportato alla luce una discarica risalente, secondo i volontari, addirittura agli anni Cinquanta. Una dolina che tuttora viene utilizzata da gente incivile come discarica a cielo aperto.
«Ci è stato riferito che questa discarica è già stata segnalata, più volte, alle istituzioni, ma evidentemente con scarsi o anche nulli risultati purtroppo. A questo punto è stato deciso di mettere in programma anche questo lavoro, confidando nell’aiuto di altri volontari e residenti», conclude Bencich.
Quest’estate Sos Carso era salita alla ribalta soprattutto per la riqualificazione della vedetta Scipio Slataper. In due giorni di lavoro volontario una decina di persone aveva di fatto rimesso a nuovo il manufatto collocato sulla vetta del monte San Primo a 278 metri di quota sul livello del mare, in località Santa Croce, nel Comune di Trieste.
La parte più evidente aveva interessato la totale cancellazione delle scritte vergate con lo spray sulle pareti bianche della struttura. Di forte impatto anche la riqualificazione della rosa dei venti con i punti cardinali, i nomi dei venti e tutte le varie località indicate, da Muggia a Capodistria, da Barbana ad Aquileia. Un grosso lavoro, come sempre volontario.
Ma il gruppo Sos Carso è molto attivo soprattutto per quanto riguarda la raccolta di rifiuti abbandonati in tutto l’arco dell’altipiano carsico triestino, da Medeazza fino a Lazzaretto. «La situazione complessiva in Carso è piuttosto preoccupante – conclude Bencich – e noi, da volontari, facciamo il nostro, ma ci vorrebbe anche un intervento da parte delle istituzioni».
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