Dalla Cattedrale di San Giusto a Trieste un messaggio per la pace e contro la precarietà del lavoro

Il vescovo Trevisi si è soffermato sui conflitti che insanguinano il mondo, le criticità cittadine di chi rischia il posto e i più deboli

Gianpaolo Sarti
Il vescovo Enrico Trevisi durante la messa di Natale a San Giusto Foto Massimo Silvano
Il vescovo Enrico Trevisi durante la messa di Natale a San Giusto Foto Massimo Silvano

Un richiamo "alle tante guerre che insanguinano il mondo", che "non sono secondo Dio e guai a chi strumentalizza Dio per giustificarle". E l'invito a soffermarci sulle nostre vite personali, sulle relazioni di ogni giorno e quindi a "comprendere le fragilità e a medicare le ferite di chi ti trovi accanto, guardalo con affetto, con lo sguardo di Gesù bambino". Il vescovo Enrico Trevisi ha celebrato questa mattina,  mercoledì 25 dicembre,  la solenne messa di Natale e dopo il monito della notte sulla società “anestetizzata dal consumismo” ha lanciato un appello di pace e un pensiero a chi è in difficoltà con il lavoro. 

I conflitti e le criticità cittadine

Nella sua omelia, poi oltre al pensiero rivolto ai conflitti e al "mondo che purtroppo molte volte preferisce le tenebre", il vescovo si è soffermato anche sulle criticità cittadine, rivolgendo il suo pensiero "ai lavoratori che rischiano il posto di lavoro e che sono nella precarietà. Quelli della Tirso, quelli della Flex, quelli della Wartsila". Quindi un ricordo "per i giovani che lasciano la nostra terra per cercare lavoro più degno in altri Paesi. Un ricordo per chi qui celebra il Natale e le feste perché anche lui costretto ad allontanarsi dalla sua casa".

Ecco poi un'esortazione a essere rispettosi: "Insegna sempre a essere cordiale e gentile, e onora il prossimo, soprattutto chi spesso soffre l’umiliazione dei prepotenti: i bambini (tutti, da quelli non ancora nati a quelli vittima di abusi e di bullismo); le donne (tutte, senza accampare distinzioni); i poveri e gli sconfitti (sapendo che la vita è una ruota e basta un soffio per trovarsi dalla parte dei perdenti).

Gli anziani e i disabili

E, ancora: "Pensa a una persona anziana, o disabile, o nel baratro della malinconia, o lontana dai suoi affetti e sola… guardala con gli occhi di Gesù bambino. E per questa persona invoca la benedizione di Dio, amante della vita. Solo dopo lasciati toccare il cuore e decidi come farle sentire che Dio è venuto anche per lei, che si è fatto piccolo e bisognoso perché tutti potessero sentirlo vicino. E goderne la compagnia. E anche il sorriso".

Alla messa, animata come da tradizione dal coro della Cappella Civica, ha preso parte anche il sindaco Roberto Dipiazza. Seguirà la partecipazione del vescovo al pranzo per i poveri organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio al Generali Convention Center in Porto Vecchio. Sono attese oltre trecento persone.

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