Dalla finta aggressione al confronto all’americana

L’uomo che si era inventato il pestaggio da parte di sette profughi in piazza Libertà comparirà davanti al gip per riconoscere due giovani che accusa di tentata rapina
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 20/07/10 - Foro Ulpiano, Tribunale
Lasorte Trieste 20/07/10 - Foro Ulpiano, Tribunale

È proprio sfortunato Manuel Pozzecco, 33 anni, ormai a ragione considerato a Trieste l’uomo delle aggressioni, subite naturalmente, o meglio il più aggredito della città. Il prossimo 17 febbraio Pozzecco comparirà davanti al gip Luigi Dainotti per riconoscere ufficialmente - tecnicamente si tratta di una ricognizione - coloro i quali nella notte del 17 settembre 2013 lo hanno affrontato con un coltello lungo la scalinata di via del Destriero. Per questa vicenda sono indagati dal pm Federico Frezza per tentata rapina Alex Botteri, 26 anni, e Alan Orlando, 25 anni. Si tratta di un confronto all’americana. Da una parte del vetro specchiato ci saranno una decina di persone tra cui i due sospettati. Dall’altra Pozzecco. Che dovrà confermare il riconoscimento sommario avvenuto nella sala d’attesa del pronto soccorso subito dopo l’episodio. «Sì sono quelli che volevano rapinarmi» aveva detto vedendo i due sospettati da una decina di metri.

L’episodio, che appunto è avvenuto più di due anni fa, ricorda sommariamente il racconto di quanto sarebbe successo il 18 dicembre scorso in piazza Libertà. Quando Manuel Pozzecco - così aveva denunciato lui stesso - sarebbe stato aggredito da sette profughi. Poi le indagini della Squadra mobile hanno dimostrato che questa aggressione era stata completamente inventata, i profughi non c’erano, e Manuel Pozzecco è stato poi denunciato per simulazione di reato.

Ma andiamo con ordine. Quella notte, come detto, Pozzecco stava camminando lungo la scalinata di via del Destriero non lontano dall’ippodromo di Montebello. Erano le 23.45. All’improvviso - secondo il suo racconto - gli si erano parati davanti i due giovani a volto scoperto. «Fuori i soldi», aveva intimato uno dei due banditi. Poi l’altro aveva incalzato: «Tira fuori i soldi». Così i due banditi, sempre secondo il racconto dell’aggredito, avevano estratto due coltelli dalle tasche. Ma Pozzecco, così aveva poi riferito, non si era spaventato. Aveva reagito e si era difeso facendo precipitosamente fuggire i due malviventi, seppur rimanendo leggermente ferito.

Alla fine i due erano scappati senza il bottino. Pozzecco non si era perso d’animo. Aveva telefonato subito al 113. E dopo pochi minuti erano giunte sul posto alcune pattuglie della Squadra volante. Aveva detto di essersi ferito, tentando appunto di difendersi. Così era stato poi accompagnato da un’ambulanza del 118 al pronto soccorso di Cattinara con la mano insanguinata. Prognosi di cinque giorni.

Gli agenti che avevano passato al setaccio tutta la zona avevano nel frattempo incrociato due giovani, appunto Alex Botteri e Alan Orlando. I quali poi erano stati accompagnati al pronto soccorso dove l’aggredito da lontano li aveva appunto riconosciuti. Erano stati perquisiti e gli agenti avevano trovato loro addosso due coltelli. I due accusati si sono sempre proclamati innocenti dicendo che quella notte erano stati a cena da un loro amico che abita lì vicino e poi appunto quando hanno incontrato gli agenti stavano tornando a casa.

Tant’è che - tramite i loro difensori, gli avvocati Luca Maria Ferrucci e Claudio Petariny -, hanno respinto la proposta del pm Federico Frezza di applicazione della pena e hanno scelto di comparire davanti al gip Luigi Dainotti. Il quale prima di decidere sul rinvio a giudizio di Alex Botteri e Alan Orlando ha appunto disposto il confronto all’americana.

Manuel Pozzecco insomma dovrà riconoscerli - questa volta - a colpo sicuro. Dovrà indicare, con assoluta certezza, i volti dei due aggressori. Cercando anche di fornire al giudice tutti gli elementi utili per attribuire loro la responsabilità penale della tentata rapina.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo