Dalla Germania arrivati altri 50 profughi

Fasiolo chiede la messa in sicurezza di alcune caserme. Da Fi il cartello: «Gorizia, frazione di Kabul»

Cinquanta arrivi in una botta sola. Questa la voce che si era diffusa ieri mattina visto l’affollamento degli spazi Polfrontiera della Casa Rossa. Poi, facendo una verifica più puntuale, si è scoperto che quelle 50 persone erano arrivate negli ultimi due giorni: sempre richiedenti asilo, sempre giunti dalla Germania. I flussi, dunque, sono incessanti e i benefici dei trasferimenti dei giorni scorsi rischiano di essere neutralizzati in pochissimo tempo.

Intanto, la senatrice Laura Fasiolo ha formulato una puntuale richiesta al ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, nel corso dell’audizione al comitato bicamerale Schengen. «Semplificare le procedure per la richiesta di asilo e investire sulla messa in sicurezza delle caserme sia come hub di transito per i migranti che per futuri altri utilizzi, questione assai sentita in Friuli Venezia Giulia. Questo il succo delle mie richieste. Dall’audizione - spiega Fasiolo - sono emersi dati sui costi del fenomeno migratorio per l’Italia, impegnata soprattutto nella prima accoglienza e considerato dai migranti solo un Paese di transito a causa della scarsa offerta di lavoro. Per l’Italia si tratta di costi in crescita, che passeranno dai 3,3 miliardi di euro per il 2015, circa lo 0,2% del Pil, a 4 miliardi per il 2016. L’accoglienza comporta il 50% delle spese: il resto (25%) è destinato alla sicurezza, alla sorveglianza delle frontiere e alla vigilanza interna, alle commissioni territoriali, alle Ass per l’assistenza. Altri Paesi europei mettono meglio a frutto gli investimenti sui migranti, che diventano forza lavoro giovane e quindi concorrono all’aumento del Pil. Per l’Italia purtroppo non è così, perché gli immigrati puntano ad altre destinazioni finali».

Di tutt’altro tenore la posizione del consigliere regionale Rodolfo Ziberna e di quello comunale Fabio Gentile, entrambi forzisti. Per denunciare il «maldestro tentativo da parte del governo regionale e nazionale, unitamente alle associazioni collaterali, di trasformare Gorizia in una tendopoli e baraccopoli di immigrati abbiamo collocato all’ingresso di Gorizia, presso la Madonnina, un cartello segnaletico in cui il nome di Gorizia-Frazione di Kabul, con perfetto bilinguismo, è tradotto anche in lingua araba e riporta anche la definizione di “Città delle Tendopoli”».

«Stiamo assistendo con sconcerto – sottolineano - a quanto accade a Gorizia sul fronte dell’immigrazione e dell’accoglienza: la città è uno dei comuni italiani che in rapporto al numero di abitanti accoglie il maggior numero di profughi ed è il secondo nella nostra regione, dopo Gradisca d’Isonzo. Anziché essere presa da esempio per la sua grande ospitalità viene additata dalla sinistra come città inospitale e vengono create le condizioni per aumentare il numero di immigrati».

(fra.fa.)

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