Dalla nascita nel 2016 ad oggi gli “Expats in Trieste” pronti
Il gruppo di stranieri arrivati in città per motivi di studio, lavoro o amore si è radunato per l’anniversario e per parlare delle novità all’orizzonte

TRIESTE Sono ormai 4 mila i membri di “Expats in Trieste”, sodalizio che nei giorni scorsi ha celebrato i sette anni, composto da persone che si sono trasferite in città da tutto il mondo. Tante storie, diverse, di chi ha scelto di lasciare il proprio Paese per ricominciare una nuova vita. Per lavoro, per studio o per amore.
Molti si sono ritrovati per celebrare insieme l’anniversario della nascita del gruppo, con un momento conviviale, uno dei tanti appuntamenti promossi nell’arco dell’anno.
A dare il via all’iniziativa era stata Maria Kochetkova, nata in Russia e cresciuta negli Stati Uniti, che sette anni fa, arrivando a Trieste come “expat”, aveva trovato qualche difficoltà a integrarsi, una sensazione comune ad altri stranieri. Aveva deciso allora di creare un gruppo spontaneo, cresciuto costantemente, sia grazie a un passaparola veloce, sia attraverso eventi organizzati. Ha dato vita anche a un gruppo Facebook, che in pochissimo tempo ha raccolto tantissimi utenti. È nata poi una rivista, in lingua inglese, che racconta il territorio, alla quale è seguito un sito internet, ricco di articoli e approfondimenti, con foto e video. Ma vengono forniti anche consigli e suggerimenti per chi ha bisogno di orientarsi nella quotidianità, indicazioni utili ad esempio per chi cerca casa, anche sui social, o per chi è alle prese con iter burocratici.
«Le persone sono venute a Trieste per motivazioni diverse – spiega Kochetkova – tutte però provano la stessa sensazione, un grande amore per la città, che pensano sia fantastica. Molti sono arrivati per ragioni legate allo studio o alla ricerca, nei tanti enti scientifici presenti. Altri semplicemente si sono dovuti spostare per lavoro, altri ancora si sono innamorati di un triestino o di una triestina, e hanno messo su famiglia. Contiamo anche pensionati, che qui hanno comprato casa». Appuntamento classico è l’aperitivo settimanale, ma «ci sono anche cene, escursioni per scoprire la regione. A gennaio ad esempio andremo in montagna e abbiamo in cantiere alcune novità, come la Expat Card – annuncia la fondatrice – per negozi e locali che si impegnano a parlare in inglese e magari a dedicare alcune promozioni al gruppo».
Tra chi partecipa alle attività c’è Simay: «Vengo da Istanbul, ho visitato Trieste molte volte con il mio compagno prima di trasferirmi qui. Ho visto i windsurf e le vele, l’architettura, il cibo, il vino. Tutto mi sembrava molto bello. Stavamo cercando una città vicina al mare, un ambiente internazionale, ma inserito nella cultura italiana. Trieste si sposava perfettamente con i miei desideri. Adoro che la città abbia i suoi angoli silenziosi o affollati, che dia la possibilità di scoprire sempre nuove cose. In più la storia è ovunque, ma nel frattempo si è modernizzata. Inoltre mi piace il ritmo di Trieste, ci sono molti eventi come concerti, mostre, spettacoli a teatro. Ed ha un’anima importante anche come ponte commerciale tra i Paesi con il suo grande porto, con molto potenziale anche per il business. Sono molto felice – sottolinea – di vivere qui». Harry invece, di famiglia metà inglese e metà greca, abitava a Budapest quando «ho incontrato la mia futura moglie, di Ronchi. Nel 2022 ci siamo trasferiti a Trieste e ci siamo sposati. Mi piace davvero la qualità della vita – dice –, il fatto che ci sono le montagne, il mare e la natura, tutti vicini. Mi piace la convivenza tra diverse culture. Trieste è una città vibrante».
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