Dalla pescheria al negozio etnico la sfida dei piccoli al supermarket
Il fondo di 130mila euro, destinato dal Comune agli artigiani e commercianti, è praticamente esaurito Premiate 17 microimprese che dovranno partecipare con una quota del 25% al rinnovo dei loro locali

Bonaventura Monfalcone-02.01.2018 Negozi del centro che hanno ottenuto un finanziamento comunale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Ci sono negozi storici e botteghe artigiane, nuove attività e realtà “etniche” tra le 17 imprese che hanno partecipato ai bandi realizzati e finanziati dal Comune di Monfalcone per aprire nuove prospettive per le piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato. Il budget è andato quasi del tutto esaurito: sono 111mila gli euro, sui 130mila in palio, che il Comune di Monfalcone erogherà alle 17 piccole aziende, del centro e non, che hanno partecipato con progetti vincenti ai bandi emessi a fine settembre. Tra queste ci sono anche due microimprese di cui sono titolari cittadini originari del Bangladesh e che, come gli altri imprenditori, comparteciperanno per il 25% alla realizzazione degli interventi con fondi propri. Una è il Family market che Roman Hossain gestisce in via Sant’Ambrogio, l’altra il nuovo negozio della bengalese Shanzida Sikder affacciato sul giardino di piazza Unità. L’unica altra realtà dell’alimentare collocata in centro a ottenere dei fondi è La buona pescheria di Adriano Solidoro, realtà storica collocata nel mercato di piazza Cavour-via Plinio.
Nel non alimentare si sono fatte avanti, e visto riconoscere la validità delle proprie idee, attività storiche, ma capaci di rimanere sul mercato, come Le Tre sorelle di Marina Valent di corso del Popolo, la termoidraulica Trevisan in via Battisti, la pelletteria Manfrini di via Oberdan. In ambito artigianale sono tornati a sfruttare le opportunità offerte dal Comune sia il laboratorio orafo Andrea sia la Bottega della bici di Aldo Cechet, che ha utilizzato gli strumenti messi a disposizione dall’ente locale per aprire. Il contributo più consistente è appannaggio comunque di una realtà di parrucchiere, quella di Studio immagine di Ornella Taglialegna, che in via Roma ha riconvertito l’ex Mazzonetto in uno spazio dedicato ai trattamenti di bellezza. Fuori dalla porta sono rimaste cinque richieste, che non hanno raggiunto il punteggio utile. Sono quelle di un negozio di abbigliamento in via Battisti, l’Elettronica Nuova di via Barbarigo, Original Marine’s di via Duca d’Aosta, il negozio di calzature Geox di via Fratelli Rosselli e Tutto per il Bambino di piazza della Repubblica.
Ha avuto successo anche il bando riservato ai rioni, con tre progetti premiati per il settore alimentare (di cui due presentati da Maddalena Ranieri per i negozi di via Rossini e Marina Julia, mentre uno è quello di Oberdan Agazzi per il suo Melamangio di via Terenziana) e tre per il non alimentare (il negozio di calzature Bollicine di via d’Aosta, Sport&Life di via Grado, ancora Ranieri per una nuova attività a Marina Julia). Il bando per i rioni ha visto escluse due attività, che pure non hanno raggiunto il punteggio utile stabilito in base ai criteri fissati dal Comune: il tabacchino di Sabina Grassetti di via Aris e la termoidraulica Pin della vicina via San Nicolò.
Per il settore non alimentare le richieste assegnabili a contributo superano alla fine la quota inizialmente prevista (20mila euro), ma la copertura è stata assicurata utilizzando parte dei fondi non assegnati e inizialmente destinate agli operatori del commercio alimentare (25mila euro). Gli imprenditori potevano richiede da 6mila e 25mila euro per le nuove attività e da 3mila a 25mila per quelle già esistenti. Per tutti la liquidazione dei contributi, preceduta dall’effettiva realizzazione del progetto, avverrà per il 75% del contributo asegnato entro 90 giorni dalla presentazione di rendiconto e il restante 25% dopo ulteriori 18 mesi dalla prima erogazione.
Le risorse vanno a sostenere l’acquisto di nuovi impianti, attrezzature, software, macchinari e arredi allo scopo di avviare una nuova attività commerciale o artigianale oppure potenziarne una già insediata. Potevano essere ammessi a contributo anche i beni usati, purché acquisiti con regolare fattura ed entro i 120 giorni precedenti la data di presentazione della domanda di contribuzione. Nel capitolo, poi, rientravano pure le spese per interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, al risparmio energetico e all’insonorizzazione dello stabile, comprese le spese per le verifiche tecniche, cioè progettazione, direzione, contabilità lavori e coordinamento della sicurezza.
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