Dall’Albania per i funerali di “nonna Elena”

Il sindaco di Berat, città natale della signora morta a Trieste a 102 anni, è venuto per un omaggio

Cordiale incontro ieri in municipio tra il vicesindaco Fabiana Martini e il sindaco di Berat (Albania), Fadil Nasufi, giunto a Trieste in occasione dei funerali della signora Elena Stefa (”nonna Elena”), di 102 anni, originaria proprio di Berat che lasciò per trasferirsi a Trieste negli anni del regime totalitario comunista; essendo tuttavia ancora ricordata e amata nella sua città e nel suo Paese che la insignì più recentemente di diversi riconoscimenti.

Il sindaco Nasufi, che era accompagnato da Angelo Stefa (figlio della signora Elena e operatore della Caritas triestina), dal nipote dell'anziana defunta Pietro Naraci (medico e docente universitario di fisioterapia) e dal cavalier Diego Sivini, amico di famiglia e conoscitore della realtà albanese, è stato ricevuto nel tradizionale Salotto azzurro, dove il vicesindaco Martini ha accolto gli ospiti innanzitutto ricordando la signora Stefa, già festeggiata dal Comune al compimento dei 100 anni, come «esempio di una lunga vita intensamente vissuta, all'insegna di una grande generosità e umanità e, nel contempo, simbolo di una "tipica" storia triestina, fatta di accoglienza, lavoro, integrazione, da quando giunse da noi, con i suoi tre figli». «E ancora oggi - ha concluso Martini - storie simili si ripetono e anche cittadini albanesi, anche molto giovani, le rinnovano, come fanno ad esempio i ragazzi che hanno dato vita all'Associazione studenti albanesi di Trieste, riproponendo le condizioni e le opportunità per un proficuo scambio culturale e umano».

Dal canto suo, il sindaco Nasufi, assieme al cavalier Sivini che ha "integrato" con dati particolari e testimonianze personali, ha sottolineato sia la figura della scomparsa Elena Stefa, insignita dall'Albania post comunista del titolo di Maestra del popolo per i lunghi anni di insegnamento delle lingue straniere in un Paese che allora non lasciava spazio alle relazioni internazionali, sia l'altrettanto "forte" vicenda del marito Kostaq, tra i fondatori degli scout albanesi e della scuola tecnica americana di Berat che, nel corso della Seconda guerra mondiale, si distinse per il coraggioso salvataggio dell'equipaggio di un aereo statunitense dopo un atterraggio di fortuna causato dal maltempo. Equipaggio, più una quarantina di medici e infermieri del corpo militare americano che erano a bordo, e che Kostaq aiutò a far fuggire, attraverso foreste e sentieri nascosti albanesi fino alla costa, sottraendoli alla caccia dei reparti tedeschi. Azione che Kostaq poi pagò con la cattura e l'esecuzione come collaborazionista degli americani.

I forti legami con l’Italia hanno spinto quindi il sindaco Nasufi a proporre un'ipotesi di gemellaggio fra le due città.

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