Dalle tombe di famiglia meno introiti per il Comune: -30% rispetto al dato 2014

Nel giro di sei anni l’incasso è sceso da 950.000 a 667.000 euro Come cambiano le abitudini: più cremazioni, più loculi, meno sepolture  
Foto BRUNI Trieste 27-07-.2020 Cimitero S.Anna-restauro Sartorio
Foto BRUNI Trieste 27-07-.2020 Cimitero S.Anna-restauro Sartorio

il caso

Anche l’ufficio della sepoltura è soggetto al mutare degli usi, dei costumi, delle convinzioni, delle sensibilità. A testimoniarlo è l’andamento degli introiti comunali dalle concessioni cimiteriali sulle tombe di famiglia, un trend in costante discesa dalle 946.504 euro del 2014 ai 667.476 euro incassati durante il 2020. Un 30% in meno, che, qualora si allarghi la prospettiva temporale a oltre dieci anni fa, sfiora addirittura il 50%. L’incremento delle cremazioni è alla base di questo fenomeno sociale: sempre maggiore è il numero di cittadini che preferisce le minori dimensioni del loculo o che addirittura sceglie di portare a domicilio l’urna dell’estinto.

Ciononostante, AcegasApsAmga gestisce comunque una consistente lista di persone interessata a ottenere la concessione di una tomba di famiglia. La stessa utility, il Comune, la Soprintendenza hanno allora ritenuto di “governare” le richieste che possono riguardare le 249 concessioni dichiarate decadute e dunque attribuibili a nuovi soggetti. Un lavoro che ha coinvolto anche le aziende (marmisti, fabbri, scalpellini, lattonieri, edili ecc.) operanti nel contesto del cimitero di Sant’Anna. Obiettivo: salvaguardare i monumenti e i manufatti funerari in considerazione della valenza storico-culturale del camposanto.

Si è messo a punto un disciplinare per la manutenzione-conservazione-restauro a seconda dell’importanza della sepoltura, della rilevanza della famiglia, della qualità artistica, della qualità dei materiali utilizzati, dell’appartenenza tipologica della tomba. Classificazione che ha portato all’individuazione di tre categorie A B C: una delibera giuntale, che riporta questi contenuti, sarà di prossima discussione a cura dell’assessore Elisa Lodi.

Alla categoria A - spiega il disciplinare - appartengono le tombe che presentano i requisiti di carattere storico, culturale, artistico. Secondo il dirigente comunale Andrea de Walderstein, sono una trentina. Sarà possibile intervenire su di esse solo dopo aver chiesto l’autorizzazione alla Soprintendenza, seguendo un iter che sarà messo a punto in un secondo momento. La categoria B raccoglie oltre un centinaio di sepolture che - spiega ancora il disciplinare - non presentano particolari elementi decorativi ma che per forma, epoca, materiali rappresentano tipologie da preservare (obelischi, urne cinerarie, croci, lastre tombali). In questa fascia l’azienda dovrà presentare una Dia (dichiarazione di inizio attività) allegando foto ante/post intervento. Infine, la categoria C riguarda quelle tombe il cui stato di conservazione è compromesso: in questi casi va comunque mantenuta la «storicità del contesto utilizzando materiali locali e per quanto possibile riutilizzando quelli esistenti». —

Magr

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