«Dammi i tuoi soldi»: il sosia di Pavarotti rapinato a Lignano

Il racconto di Nardini preso di mira in via Vicenza fuori di casa: «Ho sentito una punta sulla schiena, gli ho consegnato 80 euro»
Prepotto 29 maggio 2016. Festa dei sosia da Gigi Nardini. © Foto Petrussi
Prepotto 29 maggio 2016. Festa dei sosia da Gigi Nardini. © Foto Petrussi

LIGNANO. Gli intima di dargli i soldi e, dopo averli presi, il ladro se ne va urlandogli «Grazie Pavorotti!». È accaduto giovedì notte a Luigi Nardini, questo almeno il suo racconto, il sosia ufficiale del grande tenore italiano. Era da poco passata l’una e mezza. Nardini, dopo aver trascorso la serata in compagnia di amici a Pineta, stava aprendo il portone della sua casa in via Vicenza a Sabbiadoro, quando è stato avvicinato da un uomo che indossava un casco di colore scuro. «Mi ha detto con un accento straniero “Dammi soldi” – racconta adesso Nardini – e ho sentito come una punta nella schiena che non so dire però da cosa sia stata causata. Non ho visto armi, purtroppo c’era buio e non sono in grado di riconoscere questa persona e nemmeno di descrivere come fosse vestita. Ho cercato di restare il più tranquillo possibile. Fortunatamente il ladro non è stato aggressivo e non mi ha minacciato. Ho tirato fuori dalla tasca destra i soldi che avevo, circa 80 euro, e li ho consegnati».

Una volta preso il bottino, il ladro è scappato via ma, dopo aver percorso qualche metro, prima di andarsene si è girato e ha ringraziato Nardini. «Quel “Grazie Pavarotti” – commenta con un sorriso – mi ha tirato su il morale e mi ha fatto passare l’infarto».

Ora ci scherza, ma la paura c’è stata. «Quest’anno sono cinquant’anni che io e la mia famiglia veniamo a Lignano – dice – e non abbiamo mai avuto problemi simili, anzi ci siamo sempre trovati benissimo qui. Sicuramente dopo quello che mi è successo avrò un po’di paura quando rientrerò a casa tardi». Nardini, venerdì mattina, ha denunciato l’accaduto alla Stazione dei carabinieri di Lignano. «Vorrei dare un consiglio soprattutto ai più giovani – aggiunge infine il sosia ufficiale del maestro Luciano Pavarotti – se qualcuno dovesse vivere la mia stessa esperienza non reagisca ma consegni quello che ha. Non serve a nulla reagire con aggressività o vendicarsi, non porta a niente anzi solo a conseguenze peggiori. Il dono più prezioso che abbiamo è la nostra vita e questo dobbiamo sempre ricordarcelo».

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