“De Banfield”, forte il sostegno della città

Un impegno lungo un quarto di secolo a sostegno delle persone anziane e disabili non autosufficienti. Quasi 600 i soci, cui si aggiungono 72 volontari e 12 figure professionali, tra operatori e collaboratori, per un totale di oltre 4100 ore di volontariato.
Sono questi soltanto alcuni dei numeri contenuti nel primo Bilancio sociale dell'associazione “Goffredo de Banfield”, relativo al quinquennio 2008-2012. Una pubblicazione divisa in tre capitoli - struttura e missione, risorse raccolte e impiegate e attività svolte - illustrata nel corso di un dibattito che si è tenuto ieri al museo Revoltella, incentrato sul valore sociale ed economico del volontariato.
Dopo il saluto delle autorità presenti - il prefetto Francesca Adelaide Garufi, l'assessore comunale Laura Famulari, il presidente della Consulta regionale disabili Vincenzo Zoccano e il direttore dell'Azienda Sanitaria Fabio Samani - nonché la relazione tecnica sui bilanci sociali stilata da Ondina Gabrovec Mei, il convegno è entrato nel vivo con gli interventi dei relatori, stimolati dalle domande del moderatore, il direttore del Piccolo Paolo Possamai, che ha voluto porre l'accento sui proventi dell'associazione - 458 mila euro nel 2012, peraltro in leggera flessione rispetto all'anno precedente - e sul fatto di come il 95% dei fondi derivi da contributi privati, mentre solo il 5% da enti pubblici.
«Nonostante si viva un momento di crisi economica, sentiamo la vicinanza della città - ha dichiarato Anna Illy, presidente della “de Banfield” -. Pur con qualche leggera oscillazione, possiamo contare su una certa continuità nelle cifre dei proventi. I nostri termometri sono le elargizioni e i contributi del 5 per mille: dati che ci confermano che la città ci conosce e ci apprezza, anche se sono ancora molte le cose da fare, penso ad esempio al campo della fisioterapia ed a quello della ricerca di nuovi spazi».
Un aspetto, questo del rapporto tra pubblico e privato, sul quale si è soffermata anche l'economista Fiorella Kostoris. «Molte aziende del terzo settore contano per la maggior parte su proventi pubblici e su dipendenti retribuiti - ha osservato Kostoris -. Ma in questo caso è difficile capire dove stia la sussidiarietà: direi che invece questa associazione rappresenta una piacevole eccezione. Infine i dati, che ci dicono come i contributi privati aumentino nei momenti di maggior difficoltà economica, a eccezione del 2012, dove è stato registrato il picco della crisi».
Sul concetto di volontariato è intervenuto Sergio Silvestre, presidente regionale del Centro servizi volontariato. «L'aspetto che fa la differenza è il modo di svolgere l'attività, che dove fondarsi sugli elementi della gratuità e della solidarietà - ha spiegato Silvestre -. Da sempre il volontariato è stato capace di intercettare prima degli altri i bisogni e le necessità della comunità: una sorta di campanello d'allarme che anticipa le statistiche e che è in grado di trovare le necessarie contromisure».
Pierpaolo Pitich
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