«De Franceschi in stallo da otto mesi»

Sono trascorsi otto mesi dal passaggio dell’impianto dei mulini De Franceschi al gruppo Casillo, c’è stato l’accordo per la messa in mobilità di oltre cinquanta persone. Ma nonostante le intese con i sindacati, l’annuncio di tavoli di crisi in Regione e la presenza di un big del settore come Casillo che in Italia movimenta qualcosa come 3 milioni di tonnellate annue (tra semole, grano, farine e prodotti da forno) oltre a 70mila carri merci all’anno, e che ha annunciato la volontà di investire 8 milioni di euro, tutto è fermo.
«Nel limbo» hanno spiegato ieri i sindacati che hanno lanciato l’allarme dall’aula del Consiglio comunale dove sono stati ricevuti dal sindaco Silvia Altran che ha annunciato che chiederà un tavolo alla Regione. Anche perchè come ha spiegato lo stesso sindaco, che ha ascoltato i lavoratori riuniti in aula, su oltre 50 in mobilità solo 7 stanno lavorando attualmente in azienda, 2 con un contratto a tempo determinato. E quello che è peggio per un gruppo di lavoratori ad aprile scade la mobilità e resteranno sulla strada, per altri la scadenza è a novembre mentre per l’ultimo gruppetto la scadenza è ad aprile 2017. Soltanto uno dei licenziati è riuscito per ora a ricollocarsi con un contratto indeterminato.
Una situazione paradossale che vede un investitore pronto a rilanciare un’azienda in una posizione chiave nell’area portuale ma che da mesi, ed è emerso ieri chiaramente, non ha ottenuto dal territorio alcuna risposta per quanto riguarda la richiesta di riattivazione del raccordo di collegamento ferroviario con la rete nazionale (sul quale ha annunciato per iscritto che metterà dei soldi e dove vuole far transitare 6mila carri con 3milioni di tonnellate) e che soprattutto non è in condizioni di presentare alcun piano industriale.
Proprio quello che chiedono i lavoratori e i sindacati: «Sono otto mesi che attendiamo non solo un piano industriale dall’azienda - hanno spiegato Davide Soranzio delle Rsu, Luciano Sartori della Cgil e Gioacchino Salvatore della Cisl - ma non sappiamo nemmeno che tipo di lavorazioni vuole fare la Casillo all’ex De Franceschi». Una cosa rilevante, ha spiegato uno dei lavoratori, perchè se si continua con il mais basterà fare le manutenzioni e nel giro di tre mesi si può tornare a lavorare, ma se il gruppo cambia con il grano bisognerà investire su nuovi macchinari e la produzione non potrà ricominciare prima di un anno.
Sotto accusa in particolare la Regione. «Noi quando abbiamo firmato c’era l’impegno della Regione a convocare un tavolo su questa crisi - attacca Salvatore - e si parlava anche di incontri periodici. Ma non c’è stato nulla e dopo 8 mesi non c’è nulla e non sappiamo nemmeno cosa vuole fare la Casillo».
E tra breve non ci saranno più nemmeno gli ammortizzatori sociali. Lo ha detto, ancora una volta con gran preoccupazione, il sindaco Altran che in diverse occasioni ha manifestato i timori sul futuro dei mulini. «Ci siamo impegnati fin da subito sulla questione anche con la collaborazione del Consorzio industriale - ha detto - soprattutto sul fronte del ripristino funzionale del raccordo ferroviario di Schiavetti. So che nei prossimi giorni ci sarà un confronto con le Ferrovie (Rfi), servono soluzioni economicamente sostenibili. Ma so anche che si tratta di un binario realizzato con fondi pubblici. E non c’è dubbio che serve immediatamente la convocazione di un tavolo da parte della Regione che chiederemo quanto prima per risolvere questa situazione di emergenza».
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