Decolla il restauro dell’aula del Consiglio

Messa in sicurezza del soffitto completata a fine maggio Operazione da 250 mila euro. Sala chiusa da un anno
Lasorte Trieste 28/01/19 - Consiglio Comunale, Discussione sul Porto Vecchio
Lasorte Trieste 28/01/19 - Consiglio Comunale, Discussione sul Porto Vecchio



L’aula del Consiglio comunale, fulcro della vita pubblica della civitas triestina, è finalmente sottoposta a un intervento risanatore, che dovrebbe consentirle di tornare a esercitare il suo ruolo istituzionale tra un paio di mesi.

Stamane alle 10.30 in piazza Unità saranno il sindaco Roberto Dipiazza e l’assessore ai Lavori pubblici, Elisa Lodi, a comunicare che il restyling dell’aula ha avuto inizio mercoledì 3 marzo e che da allora è scattato un timing di 75 giorni. A effettuare il recupero l’impresa Cramer, che ha ottenuto l’appalto con un ribasso del 13,7%: il valore dell’operazione, Iva e sicurezza comprese, ammonta a circa 250.000 euro.

La questione relativa agli scricchiolii del soffitto si era manifestata in tutta la sua gravità nel maggio dello scorso anno, quando le analisi tecniche, disposte per l’anti-sismica, rilevarono problemi alla statica della copertura. Un’ulteriore verifica delle condizioni venne affidata all’ingegner Giorgio Altin. Si decise ovviamente la chiusura della sala consiliare, “facilitata” in tutto questo periodo dalla pandemia, che ha trasformato il confronto politico “in presenza” in un dibattito “da remoto” attraverso la strumentazione telematica.

In un primo tempo si pensò a un affidamento diretto in base alla “somma urgenza”. In agosto si ritenne che il restauro avrebbe potuto essere svolto nell’autunno, con probabile conclusione tra dicembre e gennaio 2021. Poi c’è stato uno dei tanti slittamenti dell’epoca Covid e, salvo imprevisti, il recupero avverrà nella primavera inoltrata. D’altronde, purtroppo, il quadro sanitario non è cambiato rispetto allo scorso anno, per cui le ragioni di urgenza, circa l’utilizzo della sala, non si sono mostrate così cogenti.

I problemi al soffitto dell’aula erano collegati ai più generali problemi di statica sofferti da un palazzo che ha messo insieme poco meno di un secolo e mezzo di vita, essendo stato costruito tra il 1873 e il 1875 su progetto di Giuseppe Bruni, al quale si deve anche il dirimpettaio palazzo Modello. L’inclinazione di “palazzo Cheba” verso sud, in direzione di Cavana, è molto avvertita negli uffici, dove la pendenza di sedie e tavoli è piuttosto evidente. Il “palazzo comunale”, dove oltre alle strutture di vertice (gabinetto, segreteria) operano dipartimenti chiave per l’operatività del Municipio (personale, bilancio), non piacque ai triestini all’epoca dell’edificazione, tanto che godette di numerosi (e non lusinghieri) soprannomi. A distanza di un secolo dall’inaugurazione, studiosi come Maria Walcher e Franco Firmiani attenuarono la “condanna” e ne rivalutarono l’aspetto. Si ricorda infine che l’aula è dominata da un celebre dipinto di Cesare Dell’Acqua, “Prosperità commerciale di Trieste”, allegoria della fortuna economica del porto franco in una fase in cui l’attività del Lloyd austriaco in Estremo Oriente e le nuove infrastrutture di trasporto avevano contribuito a rafforzare gli scambi. —



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