Delitto Pasolini, dal Dna una svolta. E Pelosi ai pm: "Erano in sei, ucciso da due"

Nuovamente sentito dalla Procura di Roma l'uomo condannato per l'omicidio dello scrittore ammazzato nel 1975. Svolta dopo il recente ritrovamento sugli indumenti del cadavere di tracce genetiche di altre persone
Pino Pelosi (al centro) sul luogo del delitto nel '75
Pino Pelosi (al centro) sul luogo del delitto nel '75

«Quella notte all’Idroscalo di Ostia c’erano tre automobili, una motocicletta e almeno sei persone. Oltre all’Alfa Gt di Pierpaolo Pasolini, erano presenti una Fiat 1300 e un’altra vettura identica a quella dello scrittore». Giuseppe Pelosi, detto Pino "la rana", unico condannato per il delitto del 2 novembre 1975, è tornato a parlare della morte di Pasolini davanti al pm Francesco Minisci fornendo, per l’ennesima volta una diversa verità.

Per anni si è autoaccusato del delitto, poi a partire dal 2005, ospite in una trasmissione tv, ha ritrattato tutto e ha chiamato in causa tre persone sostenendo di non poter fare i loro nomi solo per timore di vendette e ritorsioni. Ora, dopo aver spiegato al magistrato che «la sua conoscenza con Pasolini era vecchia di qualche mese», Pelosi ha sostenuto di ritenere con qualche dubbio che «sulla motocicletta ci fossero i fratelli Borsellino: non ne sono certo ma li avevo visti seguirci lungo tutto il tragitto dalla stazione Termini».

Omicidio Pasolini, parla Pino "la rana"

«Era buio pesto - ha detto ancora Pelosi, raccontando quello che sarebbe successo all’Idroscalo - e ho visto solo i mezzi arrivare sul posto. Poi due persone hanno preso Pasolini e lo hanno trascinato fuori dall’auto. Io sono scappato e mi sono allontanato e sentivo Pierpaolo gridare e chiedere aiuto». Pino "la rana" ha poi scagionato Giuseppe Mastini, più conosciuto come Johnny "lo zingaro": «Lui non c’entra nulla con la morte di Pasolini».

Pierpaolo Pasolini
Pierpaolo Pasolini

«In questi anni Pelosi - ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Alessandro Olivieri - ha sempre cercato di dimenticare. Solo di recente ha deciso di aprirsi e raccontare una volta per tutte qualcosa di quella vicenda che lo ha marchiato a vita. Sono sicuro che la procura riuscirà a dare presto una svolta alle indagini e ad affrancare Pelosi da un omicidio mai commesso».

La nuova versione fornita da Pelosi stavolta sarebbe avvalorata da qualche fatto: le tracce di Dna rinvenute sugli indumenti dello scrittore e che ora sarebbero all'esame dei magistrati. I pm sospettano che si tratti delle tracce dei presunti complici di Pelosi.

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