«Di Rocco mi chiamava per fare i furti»

Vuota il sacco davanti al pm Chiara De Grassi il minore M.G., picchiato nel carcere di Treviso
Foto Bruni 08.02.13 Piazza Oberdan e zone limitrofe
Foto Bruni 08.02.13 Piazza Oberdan e zone limitrofe

«In questi giorni in carcere sono accadute delle cose che mi hanno fatto capire cosa significa essere vittima. Mi hanno trasferito in una cella con altri tre detenuti che mi hanno minacciato e aggredito, mi sono messo nei panni delle persone alle quali avevo fatto degli scherzi e mi sono reso conto che ho sbagliato e oggi non rifarei più le stesse cose». A pronunciare queste parole è stato l’altro pomeriggio, nella sala colloqui del penitenziario minorile di Treviso, M.G., uno dei minorenni della banda di piazza Oberdan che una settimana fa è stato arrestato non solo perché, ritenuto assieme ad alcuni complici autore di una lunga serie di furti, ma anche per le vessazioni e le violenze messe a segno nei confronti di anziani, disabili, donne con bambini.

Ad ascoltarlo il pm del tribunale dei minori Chiara De Grassi e il difensore, l’avvocato Luca Maria Ferrucci. Ma c’erano anche i genitori del ragazzo e due investigatori della polizia, uno della squadra mobile e l’altro del commissariato di San Sabba.

Ha mostrato a chi era lì le ustioni su entrambe le braccia e i segni delle percosse con una cintura subite in carcere a Treviso.

Poi ha parlato dei furti riferendosi al maggiorenne arrestato in questa vicenda, Mattia Di Rocco Olivieri che è ai domiciliari, raggiunto da un provvedimento cautelare del gip Laura Barresi su richiesta del pm Matteo Tripani. «Aveva sempre disponibilità di denaro. Lo ammiravo per questo. Sicchè abbiamo cominciato a fare furti ai locali «L’Orizzonte», alla «Zuca Baruca» e al «Cavalluccio». In quest’ultimo caso mi aveva chiamato chiedendomi se venivo a fare un giro con lui, il che voleva dire se venivo a fare un furto».

E poi ha continuato: «Quando siamo andati alla pizzeria l’«Orizzonte» dove per entrare abbiamo forzato la serratura. Di Rocco a un certo punto ha iniziato a smontare il televisore. Poi ha visto che c’erano i buoni pasto. Io gli ho fatto presente che erano già timbrati, ma ha voluto prenderli comunque, allora abbiamo contato i soldi, poi siamo andati al ristorante Zuca Baruca. Quindi a casa di un nostro amico che però non ha voluto che rimanessimo lì».

Ha anche parlato dei furti delle moto. «Preciso che la Yamaha Majesty l’ha usata M.V. (ndr, l’altro minorenne arrestato, ndr). È stato lui ad accorgersi che le chiavi erano rimaste inserite sul blocchetto dell’accensione. Aggiungo che le chiavi erano in mio possesso quando sono stato rintracciato dalla polizia».

Riguardo a Di Rocco ha aggiunto: «Si è sempre fatto sottomettere dalla sua ragazza. Sono anche venuto a sapere che probabilmente commetteva furti per acquistare regali alla ragazza. Quando lo frequentavo ho commesso anche un furto in un bar a San Luigi e uno a Prosecco, in una tabaccheria. Con il piede di porco abbiamo scassinato il distributore automatico». (c.b.)

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