Di Ruscio lascia la questura: «Spero di tornare a Gorizia»

Dopo 8 anni e mezzo nell’Isontino il numero due di piazza Cavour andrà a Trento Il suo posto sarà preso dal collega Gianluca Greco. «Qui ho lavorato molto bene»
Bumbaca Gorizia 08.03.2016 Questura, conf stampa Rave © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08.03.2016 Questura, conf stampa Rave © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Stefano Bizzi

«Ai goriziani dico di recuperare fortemente il loro orgoglio e di aiutare le persone che vogliono riportarla al suo antico splendore». Dopo otto anni e mezzo trascorsi alla questura di Gorizia, Luigi Di Ruscio, vicario del questore, lascia piazza Cavour per andare a ricoprir lo stesso incarico a Trento e nell’Isontino lascia anche un pezzo di cuore, tanto che in futuro sogna di poter tornare. «Se dovessi diventare questore, mi piacerebbe che fosse a Gorizia. È una città che ho visto cambiare e che ha potenzialità enormi. È una provincia fantastica con un’industria impegnativa e all’avanguardia. Questa è una terra che mi ha accolto e che mi ha voluto bene e a cui spero d’aver dato un contributo».

Dalla manifestazione nazionale di Casa Pound alla crisi di galleria Bombi, sono stati molti i momenti delicati che ha dovuto gestire insieme a colleghi e collaboratori. «In questo caso vengo premiato io, ma da soli non contiamo niente. Me ne vado fiero, ma tutta la questura deve essere fiera di quello che ha fatto in questi anni e pure la città. Dall’evoluzione del Cpr al confine, nell’ottica di Roma Gorizia è un punto caldo e questo significa avere i riflettori addosso, nel bene e nel male».

Oltre al questore Paolo Gropuzo («Siamo amici da sempre»), Di Ruscio ricorda altre due persone: l’ex sindaco Ettore Romoli («Lo ricordo con affetto, ma come uomo, non come politico. Ne avevo stima») e l’ex questore Lorenzo Pillinini («È stato un maestro, soprattutto di vita, con lui c’è stata grande sintonia»).

Vicario del questore di Gorizia da fine 2015, Di Ruscio è entrato nella polizia di Stato nel 1983 e nel corso della sua lunga carriera, tra l’altro, ha diretto a Trieste vari commissariati sezionali, l’ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico e la sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile; proprio negli anni di appartenenza a quest’ultimo ufficio ha partecipato a delicate indagini come il Sequestro Soffiantini e la strage di Natale di Udine del 1998 contribuendo ad assicurare i responsabili alla giustizia. Ha inoltre partecipato ad impegnativi servizi di ordine pubblico relativi ad importanti vertici internazionali, fra i quali il G8 del 2009 dove ha ricoperto il ruolo di responsabile delle scorte dei Capi di Stato. Ruolo che ha svolto anche nel giugno 2011 a Roma in occasione dei 150 anni della Repubblica italiana.

Dal 2009 ha ricoperto le funzioni di capo di gabinetto della questura di Trieste e nel 2011 è diventato primo dirigente. Assegnato l’anno successivo alla questura di Gorizia, nel corso degli anni ha diretto la divisione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione, la divisione anticrimine e ha sovrinteso ai servizi di vigilanza e di ordine pubblico al Cie di Gradisca.

Di Ruscio saluterà per l’ultima volta i colleghi il 2 giugno. A prendere il suo posto, lunedì 8 arriverà da Mantova il primo dirigente Gianluca Greco.—

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