Dieci appartamenti dell’Ater disponibili a Gradisca

Pubblicata la nuova graduatoria per l’assegnazione di una decina di alloggi Sono 62 le domande ammesse dall’ente. Richieste in calo rispetto al 2008
Bumbaca Gorizia 26.07.2018 Case Ater © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.07.2018 Case Ater © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Gradisca

Sessantadue domande ammesse, per un numero di alloggi immediatamente disponibili che in questo momento è al di sotto delle dieci unità.

Sono queste le cifre salienti del primo bando Ater realizzato a Gradisca d’Isonzo in un decennio. Numeri non propriamente da capogiro, apparentemente. La graduatoria provvisoria – sarà definitiva a settembre – al momento non riguarda infatti l’assegnazione di alloggi popolari nuovi di zecca, ma “la rimessa in circolo” di un pugno di appartamenti che si sono liberati o sono stati oggetti di manutenzioni e ritornano dunque disponibili.

Sono meno di una decina, come si diceva. Eppure si tratta di un segnale importante, un primo passo: la «priorità assoluta» – per usare le parole del sindaco Linda Tomasinsig – era ed è soprattutto fotografare la realtà esistente: l’effettivo fabbisogno del 2018. Che rispetto a dieci anni or sono è leggermente in calo: nel 2008 a Gradisca le persone in lista d’attesa erano 73, oggi sono come abbiamo visto 62 (cinque istanze escluse, una domanda annullata) . «Era assolutamente necessario fissare un punto di partenza e questo nuovo bando fornisce delle indicazioni importanti – la riflessione del sindaco –. Ora partiranno altre riflessioni».

Per arrivare a questo traguardo ci sono voluti dieci anni. Nell’ultimo biennio la luce in fondo al tunnel pareva non arrivare mai. A metterci lo zampino era stata soprattutto la normativa regionale sul cosiddetto “nuovo Isee”, che ha sostituito la dichiarazione dei redditi come una delle attestazioni necessarie per i nuovi bandi. Così, le gare di Gorizia e Monfalcone, che erano attese nei mesi scorsi e hanno la priorità rispetto a Gradisca e Grado (oggetto dei primi due bandi Ater del 2018), erano slittate ulteriormente. Di conseguenza, come in un effetto domino, anche per gli altri centri isontini c’è stato da attendere.

Tomasinsig ora già guarda al futuro: «In tema di politica abitativa abbiamo in piedi, assieme alla Regione, anche un altro ambizioso progetto. Quello di sbloccare la situazione della Toti Bergamas. La chiave è la nostra volontà di realizzarvi la nuova scuola primaria – ha rivelato il sindaco – ma quello è solo un primo passo. Una variante urbanistica prevede da tempo anche la realizzazione di nuovi alloggi per l’edilizia convenzionata nell’ex caserma. Di questo con Ater parleremo molto volentieri».

C’è poi la partita, tutta da giocare, riguardante la trentina di alloggi un tempo destinati ai militari che in questi anni si sono quasi del tutto liberati in via Roma, all’incrocio con via dei Campi, in viale Trieste e in via Aquileia. Tre palazzine in tutto, quasi totalmente disabitate da oltre un decennio. Una potenziale boccata d’ossigeno, per Ater e per il Comune; ma l’operazione di recupero si presenta a dir poco complessa. «L’interlocutore è il Demanio militare, che a Gradisca come altrove vorrebbe fare cassa alienando questi immobili – spiega Linda Tomasinsig –. Io credo invece che andrebbe istituito un tavolo regionale che coinvolga non solo Regione e Comuni che ospitano questi alloggi, ma anche le stesse Ater per comprendere se tali alloggi siano beni di cui un giorno le municipalità potrebbero disporre, fornendo una risposta virtuosa e concreta al problema della tensione abitativa. Un percorso molto complesso ma ormai urgente, perché molti edifici, a quanto consta, stanno oltretutto patendo l’usura del tempo». –



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