Dieci giorni in più per l’alloggio Gli studenti contro l’Ardiss

Nel nuovo bando Ardiss 2018-19 è contenuta una novità che suscita rabbia e indignazione tra i borsisti che usufruiscono di un alloggio all’interno delle Case dello Studente. Per la prima volta infatti l’assegnazione dei posti letto per il prossimo anno accademico non avverrà come sempre accaduto il primo giorno del mese successivo alla scadenza, quindi il primo settembre, ma sarà posticipata al 10.
Gli studenti, come ogni anno, sono tenuti a liberare l’alloggio entro inizio agosto. Ma se fino all’anno scorso bastava che trasferissero in deposito i propri bagagli per poi riprendere possesso del posto letto il primo giorno del mese di settembre, in tempo per l’inizio del primo appello in calendario, quest’anno la faccenda si complica: i circa 600 studenti universitari afferenti all’ateneo giuliano ospitati in una delle quattro Case dello Studente di Trieste (E1, E3 e E4, all’interno del Campus di piazzale Europa, e la residenza di via Gozzi), nella Casa dello Studente di Gorizia e in quella di Pordenone dovranno attendere il 10 settembre per ottenere l’assegnazione, a sessione d’esame già avviata.
L’Ardiss offre una soluzione ai fuorisede attraverso la richiesta di prealloggio: è possibile, compilando un’apposita domanda da corredare con marca da bollo da 16 euro, fare richiesta di assegnazione provvisoria per ottenere un posto letto in una delle residenze Ardiss per quei nove giorni che restano scoperti dal bando. Le stanze però vanno pagate. Anzi, i borsisti le pagheranno due volte: dovranno versare di propria tasca una somma che va dai 62,30 euro per un posto letto in doppia in E1 ai 72,70 per una singola in E4 e si vedranno comunque sottratta un’intera mensilità d’affitto dalla borsa di studio. «Si tratta di un’ingiustizia che l’Ardiss mette in atto all’unico scopo di fare cassa – denuncia uno dei rappresentanti delle Case, che preferisce rimanere anonimo per paura di subire ripercussioni dall’ente –. Abbiamo fatto un sondaggio nel gruppo Facebook dedicato agli universitari ospitati nelle Case dello Studente e c’è grossa indignazione per questa manovra contenuta nel nuovo bando 2018/2019».
In pratica, spiegano gli studenti, si va a riproporre la formula già utilizzata nel periodo di vacanze natalizio: dal 23 dicembre al 4 gennaio chi vuole rimanere in Casa dello Studente può farlo solo a fronte del pagamento di una quota analoga, ma anche in questo caso i borsisti pagano due volte, perché si vedono comunque scalata l’intera mensilità dalla borsa di studio, senza nessuno sconto. Ma se in periodo vacanziero si può scegliere se accettare oppure no questa pratica, in piena sessione d’esame, com’è il caso del mese di settembre, la scelta è quasi obbligata. «In questo modo non si mettono i ragazzi in quella condizione di serenità e tranquillità indispensabile per sostenere al meglio gli esami alla prima sessione», evidenziano gli studenti, che sottolineano anche come dall’anno scorso per tutte le domande di alloggio, anche temporaneo, sia stata resa necessaria l’apposizione di una marca da bollo da 16 euro. E ne approfittano per segnalare un’altra criticità che è indispensabile risolvere per garantire la sicurezza dei ragazzi nelle Case dello Studente: «Lo scorso 29 novembre una ragazza ospitata in una delle residenze Ardiss del Campus di piazzale Europa è deceduta per arresto cardiaco – spiega un rappresentante degli studenti –. Da allora abbiamo fatto più volte richiesta all’Ardiss di fornire dei defibrillatori in loco, eppure a distanza di quasi dieci mesi nulla è stato fatto e nessuna delle Case dello Studente di Trieste è ancora dotata di un defibrillatore». —
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