Diffuse le immagini del cadavere di Liliana, il fratello sporge denuncia. Duro attacco del Procuratore De Nicolo: «Circo mediatico».
Il magistrato: «Accanto alle indagini doverosamente scrupolose che questo ufficio sta conducendo, si sta svolgendo una serie di processi mediatici paralleli su vari social, nutriti da qualche notizia vera e rilevante e da non poche notizie false o irrilevanti, manipolate da sedicenti esperti»

TRIESTE. Una «degenerazione» a cui «ben si attaglia il nome di circo mediatico», alla quale «stanno prendendo parte attiva anche soggetti che dovrebbero avvertire sia il dovere istituzionale di confrontarsi soltanto con l'autorità giudiziaria, sia la necessità di conformare la propria condotta a un intransigente riserbo, quale segno di rispetto verso la signora Liliana Resinovich». È il duro commento espresso a proposito dei “processi mediatici paralleli” in una nota dal Procuratore di Trieste Antonio De Nicolo sulla vicenda della Resinovich, scomparsa da casa il 14 dicembre scorso e il cui corpo è stato ritrovato il 5 gennaio.
«Spiace dover constatare - prosegue la nota del Procuratore - che accanto alle indagini doverosamente scrupolose che questo ufficio sta conducendo in relazione alla morte di Liliana Resinovich, da qualche tempo si sta svolgendo una serie di processi mediatici paralleli su vari social media, nutriti da qualche notizia vera e rilevante e da non poche notizie false o irrilevanti, manipolate da sedicenti esperti ed orientate verso risultati non convalidati dagli atti regolarmente acquisiti al fascicolo processuale».
Per De Nicolo «è appena il caso di rammentare che esclusivamente su questi atti può essere fondata la valutazione dell'Autorità giudiziaria, cui sola, per legge, spetta tale compito»
Incriminati due video pubblicati su YouTube
La dura nota del Procuratore capo di Trieste fa probabilmente riferimento, come riporta l’Ansa, ad almeno due video postati su Youtube che farebbero parte di una sorta di rubrica, dal titolo «Scoop e contro-scoop». Nelle pubblicazioni – in una delle quali la voce parlante ha la voce contraffatta (in un altro un uomo spiega la sua ipotesi sull'orologio trovato al polso di Liliana) – emergono stralci di una perizia, radiografie, scansioni, tac, immagini tc postmortem, e supposizioni, lunghe disquisizioni sulle perizie stesse, valutazioni sulla morte di Liliana Resinovich, sulla posizione in cui il corpo è stato trovato.
Ancora, si spiega nel dettaglio anche la posizione in cui è stata trovata Liliana mostrando a camera fissa la radiografia delle mani della donna.
Il fratello Sergio Resinovich: “Ho provveduto a sporgere formale querela”
Pubblicazioni che hanno provocato la reazione del fratello di Liliana, Sergio Resinovich:
«Alla luce della illegittima diffusione delle immagini del cadavere di mia sorella, contenute nella bozza medico-legale, sui canali Youtube, mio malgrado ho provveduto a sporgere formale querela, al fine di bloccare questa deriva e individuare chi da più tempo fornisce atti d'indagine a soggetti non deputati ad averne, pratica che offende e mortifica la memoria e la dignità di Liliana e dei suoi familiari».
Sergio Resinovich ricorda poi che «già giorni fa, con il solito spirito collaborativo, tramite i miei legali e consulenti, essendoci accorti della anomalia e della probabile grave imprecisione in ordine al braccio sul quale i medici hanno indicato la presenza dell'orologio, abbiamo segnalato il dato alla Procura, affinché verificasse le ragioni del perché, in ben sette punti della loro relazione, fosse indicato l'orologio agganciato a sinistra, mentre altre immagini, da me successivamente consultate, sembrano consegnare un dato diverso, cioè l'orologio portato a destra».
Un elemento questo «rilevantissimo» per la ricostruzione dei fatti e per «valutare la validità e l'affidabilità di quanto sostenuto nel loro elaborato dagli esperti della Procura». Per questa ragione l'uomo ha chiesto di «completare, se non ripetere, l'intero esame medico-legale». Conclude Resinovich: «Capisco e rispetto il diritto di cronaca, ma chiedo - questo il motivo della mia denuncia - di rispettare la memoria di Liliana e il dolore di tutti quelli che le hanno voluto bene».
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