Dino Conti: «Un errore respingere i monomarca»

«Il blocco dell’operazione Leroy Merlin ha fatto in modo di non apportare alle mie società quel flusso di capitali che mi avrebbe permesso di continuare l’espansione in regione delle mie imprese, posizionando quindi in città le sedi regionali di vari marchi automobilistici di primaria importanza, con le ovvie ricadute in termini di decine di posti di lavoro, milioni di investimenti e decine di milioni di fatturato». Dino Conti non nasconde la personale amarezza per le conseguenze del cambio di rotta della catena francese, che ha virato su Udine, rinunciando così all’insediamento nell’area triestina da 17mila metri quadrati di strada della Rosandra. Un’operazione, quella della cessione degli spazi alla realtà operativa nel settore del bricolage, arredamento e “fai da te”, che avrebbe assicurato una linfa in euro pari a «8-9 milioni» alla Dinoconti snc. Entrate da destinare a nuovi investimenti: «Ero in trattativa per una fusione con un altro operatore del settore del mercato delle auto con cui saremmo arrivati sino alla zona di Mestre - riepiloga Dino Conti -. E stavo per acquisire concessionarie a Udine e Pordenone, il che mi avrebbe consentito di portare a Trieste le sedi di due grosse società. In più, avremmo costruito, in un’altra zona, la nostra nuova sede». Invece, Conti ha dovuto frenare bruscamente. Dopo anni e anni di attesa, polemiche fra istituzioni e ricorsi con al centro la questione dei nove centri monomarca e dei loro possibili insediamenti in città, Leroy Merlin ha preso un’altra direzione (come pure Decathlon Italia, indirizzatasi verso Muggia). «Ho dovuto invertire la marcia - prosegue Dino Conti -. Anzi, sono stato costretto a cedere a società di fuori Trieste quanto già conquistato in regione». L’imprenditore ribadisce ciò che aveva sostenuto «23 anni fa» in tema di centri commerciali e grande distribuzione: «Trieste non può permettersi di andare da sola contro corrente alle tendenze economiche mondiali. Queste strutture sarebbero comunque state aperte nelle nostre vicinanze con l’unico risultato di subire tutte le negatività senza godere delle positività. Il piccolo commercio non poteva essere “protetto” bloccando il futuro, che comunque sarebbe avanzato: anzi, così facendo si creavano i presupposti per il suo definitivo declino, in quanto attraverso l’illusione della “protezione” si addormentava lo stimolo imprenditoriale per il suo rinnovamento e quindi sviluppo. Gli acquirenti triestini - aggiunge Dino Conti - sarebbero comunque usciti dalla città attirati da queste nuove realtà contribuendo così al danno del piccolo commercio, mentre l’insediamento di questi centri avrebbe attirato altri acquirenti dal circondario, contribuendo alla sostenibilità del piccolo commercio. Dopo 23 anni di questa politica miope, sta proprio succedendo quanto profetizzato e si continua a insistere. Le energie fresche si allontanano dalla città assieme ai capitali, impedendo il formarsi del circolo virtuoso che vuole che capitale porti altro capitale innescando e moltiplicando opportunità economiche a catena con conseguenti posti di lavoro, investimenti e fatturati. Cui prodest?».
Attualmente, nel comprensorio di strada della Rosandra continua regolarmente a operare la concessionaria di automobili Citroën, con la società Contiauto di cui Dino Conti è socio di maggioranza (proprietaria dell’area è la Dinoconti snc). «Tra uno-due mesi ci sposteremo in una nuova sede nella valle delle Noghere, dove proseguiremo la nostra attività - fa il punto Dino Conti -. In strada della Rosandra rimarrà ancora per un po’ invece il centro revisioni». Che, in un secondo momento, a sua volta verrà trasferito. Il rischio è che, a quel punto, il comprensorio acquistato nel 1982 diventi «un altro contenitore vuoto, a testimonianza di un ulteriore fallimento della politica e delle amministrazioni locali. Da parte mia - conclude l’imprenditore - sto ancora lavorando per recuperare, almeno in parte, il danno arrecato (dal blocco dell’operazione Leroy Merlin, ndr) e spero che almeno questa volta potrò contare sul sostegno di tutte le autorità locali».
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