Diocesi di Pola a rischio pignoramento

I benedettini chiedono 500 mila euro come prima rata del risarcimento delle spese giudiziarie per l’ex monastero di Daila

POLA. Ieri è stata scritta un'altra pagina nella telenovela relativa al contenzioso tra i frati benedettini di Praglia in provincia di Padova e la Diocesi istriana. Quest'ultima si è vista consegnare l'ordine di pagamento di 500.000 euro quale prima rata del risarcimento in denaro per le spese procedurali e giudiziarie sostenute finora dai monaci italiani.

L'indennizzo in parola è contemplato nell'accordo del 13 luglio scorso firmato a nome della Diocesi istriana da monsignor Santos Abryl Castello incaricato dal Papa, visto che il vescovo istriano Ivan Milovan si era rifiutato di firmare. L'altro firmatario erano i benedettini italiani.

Nel documento si precisa che nel caso la Diocesi non disponesse della cifra, si procederà al pignoramento dei suoi beni. E proprio questa prospettiva si sta dimostrando un incubo per il vescovo istriano Ivan Milovan, visto che non dispone di tanti soldi.

Stando a varie valutazioni però, prima di procedere al pagamento di tanti soldi si dovrà attendere la decisione del Tribunale comunale di Buie (l'udienza è fissata per il 19 settembre prossimo) dove è in atto un contenzioso avviato proprio dai benedettini italiani. Al momento, come precisato dalla portavoce del tribunale Slavica Tomac–Ciric, sui libri tavolari è stata fatta solo una pre-iscrizione di proprietà per cui la società Abbazia fondata ad hoc a Pola dai benedettini, non può considerarsi ancora proprietario effettivo del monastero di Daila e relativa tenuta.

Intanto sulla complessa vicenda si è fatto sentire da Zagabria il capoderattore della rivista ecclesiastica Glas Koncila Ivan Miklenic che espone alcuni particolari interessanti finora sconosciuti. Per la precisione che secondo il citato accordo del 13 luglio scorso, alla Diocesi istriana rimane il 60% della tenuta di Daila solo il 40% ritorna nelle mani dei Benedettini. Questo particolare per cosi dire è aderente all'accordo segreto firmato nel 2006 tra le parti in causa, accordo all'epoca firmato dal vescovo Milovan che poi stranamente non ne ha mai parlato.

È tutta comunque da verificare l'affermazione di Miklenic che poi aggiunge che in Slovenia i benedettini sono stati risarciti dei beni confiscati dal regime comunista mentre in Croazia no. Si viene inoltre a sapere che non è stato il Vaticano a imporre il silenzio stampa nei giorni scorsi al clero istriano ma il cardinale Josip Bozanic. Il corrispondente da Roma della televisione pubblica Silvije Tomasevic rende noto che il Papa per vie diplomatiche ha ricevuto la lettera inviata nei giorni scorsi dalla premier Kosor che lo invita a rivedere la vicenda visto che secondo lei ci sarebbero malintesi ed equivoci.

La risposta però non dovrebbe arrivare prima di settembre visto che il Papa è ora in vacanza a Castel Gandolfo e subito dopo partirà per un viaggio pastorale in Spagna. (p.r.)
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo