«Dipiazza ci ha scaricati». Altro addio nel centrodestra

Trieste Popolare incarica Rovis e Chermaz di trovare un’alternativa per il voto. «Abbandonati in corsa a bordo strada. Siamo tornati indietro di quindici anni»
Paolo Rovis e Roberto Dipiazza prima delle elezioni europee 2014
Paolo Rovis e Roberto Dipiazza prima delle elezioni europee 2014

L’ora delle decisioni irrevocabili non è ancora arrivata. Ma il centrodestra marcia ormai verso la rottura. Dopo Un’Altra Trieste («La musica è finita») è Trieste Popolare di Paolo Rovis e Roberto Antonione a prendere congedo dalla candidatura dell’ex sindaco Roberto Dipiazza. «Gli organi direttivi di “Trieste Popolare” - si legge nel comunicato diffuso dopo la riunione di ieri mattina - hanno unanimemente conferito a Paolo Rovis e a Lucrezia Chermaz pieno mandato per compiere, a brevissima scadenza, le scelte ritenute più opportune in ordine alla modalità di partecipazione alle prossime elezioni amministrative». Il sostegno a Dipiazza, insomma, è da archiviare in fretta e cercare subito un’alternativa con le altre forze politiche rimaste esclude dal centrodestra (Un’Altra Trieste e Italiani di Trieste).

«È stata ribadita la volontà di rivolgersi agli elettori con candidature che rappresentino con pienezza i connotati di Trieste Popolare: movimento liberale e riformista, indipendente dai partiti nazionali, concentrato prioritariamente sui temi di Trieste» continua la nota. «Trieste Popolare ha preso altresì atto della repentina inversione di marcia di Roberto Dipiazza sul percorso di rinnovamento e ricostruzione di un’intera area politica, da lui stesso proposto già all’indomani della sua candidatura alle Europee 2014 e confermato a parole fino a pochi giorni fa. Un modello che condividemmo subito con entusiasmo, perché incardinato sulla costruzione di un contenitore civico triestino, forte e inclusivo, in grado di garantire al sindaco e alla futura amministrazione della città una netta autonomia dai condizionamenti dei partiti nazionali».

Centrodestra in decomposizione, M5S verso il ballottaggio, Sinistra unita da sola
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Comunale, Presidente Iztok Furlanic ascolta l'opposizione

Ed ecco il motivo della rottura: «La promessa mai onorata della convocazione di un incontro fra tutti i possibili alleati di coalizione, sostituita invece con l’esclusione del nostro e di altri movimenti dalla presentazione pubblica della candidatura di Roberto Dipiazza, hanno evidentemente sancito, unilateralmente, la fine di tale modello. Trieste Popolare fu, notoriamente, fra i primissimi sostenitori della ricandidatura a sindaco di Dipiazza. Tenendo fede al progetto durante tutto il lungo periodo in cui i partiti di centrodestra mostravano nei suoi confronti non solo perplessità e tentennamenti, ma anche palese avversità». L’atto di accusa è pesante anche dal punto di vista personale. «Un sostegno a tratti molto faticoso, ma sempre netto, sincero e leale. Che però è stato ricambiato con lo scaricamento in corsa a bordo strada - scrive Trieste Popolare -. Al di là della considerazione che abbandonare gli amici della prima ora non ha mai portato bene a nessuno, è evidente che si tratta di un fatto politico, e umano, rilevante». Trattati da cani, insomma.

Un’Altra Trieste molla il candidato Dipiazza senza rimpianti
Lasorte Trieste 01/03/13 - Savoia, Presentazione Candidati Un'Altra Regione, Franco Bandelli

«Come tanti cittadini, siamo consapevoli che non è sufficiente assemblare alla meno peggio una coalizione, collezionando simboli variegati, se il collante non è composto da fiducia, armonia, unitarietà d’intenti - continua Trieste popolare -. Le elezioni non basta vincerle: si deve essere poi in grado di amministrare Trieste con solidità ed efficacia per cinque anni. Ci è stato finora impedito di confrontarci e verificare possibili unitarietà di vedute sui temi fondamentali da affrontare. Porto vecchio, Area Metropolitana, gestione locale dei richiedenti asilo, welfare, disoccupazione e sicurezza». E quindi? «Trieste Popolare rimane aperta al dialogo con chiunque agisca in buona fede e abbia a cuore, come noi, l’esito di una partita che riguardi esclusivamente presente e futuro di Trieste - conclude la nota -. Non siamo invece disposti a barattare nostri obiettivi programmatici con fumosità e inconcludenti compromessi al ribasso. Non siamo disposti a riportare l’orologio amministrativo e politico di Trieste indietro di quindici anni». Meglio un ritorno al futuro con un nuovo candidato sindaco.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo