Dipiazza “in missione” per riunire il centrodestra

Roberto Dipiazza, forte dell’imprimatur caloroso di Silvio Berlusconi e del sì magari sofferto ma nondimeno prezioso della «magnifica» Sandra Savino, non perde tempo. E, mentre in casa dem volano gli stracci, si imbarca nella missione impossibile. Quella di rimettere assieme i cocci del centrodestra triestino facendo risorgere l’invincibile armata di un tempo.
Roba da Tom Cruise in versione agente speciale. O da scafato psicoterapeuta di gruppo. Ma il vulcanico ex sindaco che vuole riprendersi la sua «amata Trieste» non si fa spaventare. E, salvo ripensamenti dell’ultima ora, si accinge a incontrare stasera, all’ora dell’aperitivo, in un locale del centro storico riservato per l’occasione, i pezzi del centrodestra estranei (e tavolta invisi) alla “fucina”: Un’Altra Trieste, Trieste popolare e Italiani di Trieste. I suoi sponsor della primissima ora. Quelli che però rispondono a nomi “ingombranti” come Roberto Antonione, Franco Bandelli, Alessia Rosolen, Paolo Rovis e Roberto Menia.
Dipiazza tenta davvero l’accordo? Il rendez vous è riservato. O, almeno, doveva esserlo. Nessuno ne parla volentieri: c’è chi teme che l’appuntamento salti e chi, all’opposto, che vada in porto. Come reagiranno, ad esempio, il senatore Giulio Camber e i forzisti? E che faranno gli ex aennini diventati i più feroci detrattori dell’ex “padrone” della destra triestina reo di non aver abbandonato Gianfranco Fini? Alla fin fine, insomma, riuscirà il Pdl che fu, in nome della realpolitik, a superare ferite, rancori, diffidenze?
L’unico che sembra poter trovare le risposte, nello scetticismo generale, è proprio lui. Il candidato sindaco che, sulla carta, ha tutto l’interesse ad allargare e rafforzare la sua coalizione. Ma come? In casa di Forza Italia, ed è solo un esempio, c’è chi piazza da giorni l’altolà a possibili manovre che arruolino nella lista civica Dipiazza “cacciatori di preferenze” alla Rovis o alla Bandelli. Sul fronte opposto, dopo la seconda benedizione del Cavaliere, c’è chi teme e non poco il documento segreto che l’ala camberiana avrebbe imposto a Dipiazza, ipotecando in anticipo un bel po’ di poltrone e poltroncine (non solo) a Palazzo. I sospetti abbondano. E non è certo una novità in un centrodestra che sconta anni e anni di laceranti fratture intestine. A Dipiazza, sin da stasera, l’arduo compito di provare a ricomporle. Ammesso (e non concesso) che sia quello che i suoi potenziali supporter vogliono davvero.
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