Diventa infinita la storia dell’ex caserma di Farra

Il sindaco Fabbro è tentato di dare il via alla vendita dell’area militare nonostante la mancata autorizzazione dell’Agenzia del demanio: «Vedremo»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 09.07.2011 Ex Caserma Farra Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 09.07.2011 Ex Caserma Farra Fotografia di Pierluigi Bumbaca

FARRA. Far partire il bando di vendita nonostante tutto? Oppure aspettare che la vicenda si definisca con il rischio di perdere altro tempo prezioso?

Alessandro Fabbro, sindaco di Farra d’Isonzo, sta sfogliando la margherita. La questione è quella, arcinota, dell’ex caserma farrese: solo a citare quella vicenda, si imbufalisce, si arrabbia, impreca. «È una delle poche cose che non sono riuscito a condurre in porto nel precedente mandato - allarga le braccia il primo cittadino -. Pensavamo di essere arrivati al termine di un iter infinito. Invece, non c’è limite al peggio: si è messa di traverso l’Agenzia del demanio che ha negato l’autorizzazione al bando di vendita». Che fare, allora? In un primo momento, il sindaco aveva deciso di “forzare” la questione. In che maniera? «Il bando lo faremo lo stesso - disse nel marzo scorso -. Manterremo aperto un punto interrogativo temporaneo sulla roggia ma l’iter andrà avanti ugualmente. Chiederemo pertanto ai possibili investitori di fidarsi di noi e di partecipare al bando. La questione di quel corso d’acqua la risolveremo sicuramente. Lo ripeto: chiediamo fiducia». Oggi ammette di non aver ancora deciso: «Vedremo. O prepariamo il bando subito, o aspettiamo. Questa vicenda mi indispettisce non poco ma non vorrei commettessimo passi avventati». E allora decisivi saranno i prossimi giorni.

Ma ora un passo indietro è doveroso. Come si ricorderà la vicenda (che già nel passato definimmo «kafkiana») si sbloccò grazie all’acquisto, giunto al termine di una tormentata telenovela, di una piccola roggia da parte del Comune di Farra: un minuscolo corso d’acqua, costato 3.863,46 euro, che bloccava di fatto il progetto di valorizzazione dell’ex struttura militare. L’ostacolo maggiore, dunque, pareva essere superato e mancava soltanto il bando per mettere in vendita un’ampia porzione della vecchia caserma dove sarebbe dovuto essere realizzato un supermercato. Perché parliamo con i verbi declinati al condizionale? Cosa successe? Il diavolo ci volle mettere, anche questa volta, la coda. «L’Agenzia del demanio non ci rilascia l’autorizzazione - spiegò sempre nel marzo scorso Alessandro Fabbro, sindaco di Farra d’Isonzo -. Ed è una cosa incredibile: pensavamo di avere superato tutte le difficoltà e, sul filo del traguardo, è scoppiata questa nuova questione». Il primo cittadino era (ed è) arrabbiatissimo. Insomma, un piccolo corso d’acqua (peraltro interrato e, quindi, assolutamente non visibile all’occhio ma al catasto sì) rischia nuovamente di dilungare ulteriormente i tempi di una realizzazione su cui non sembravano più esserci ostacoli dopo la cessione dei terreni e del compendio all’amministrazione comunale di Farra d’Isonzo.

L’idea resta quella di realizzare nell’area della vecchia caserma lungo la Mainizza una struttura commerciale di complessivi 1.500 metri quadrati, presumibilmente suddivisi in 800 per la media distribuzione, vale a dire un supermercato, mentre la restante porzione avrebbe dovuto accogliere piccoli negozi.

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