Don Igino Pasquali saluta Mossa

L’arcivescovo gli ha dato un incarico al Duomo di Gorizia. Il sindaco Feresin: «Sono molto dispiaciuta»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Processione a Maria- Mossa
Bumbaca Gorizia Processione a Maria- Mossa

MOSSA. Don Igino Pasquali lascia la parrocchia di Mossa. Dopo 15 anni, andrà «a dare una mano», queste le sue testuali parole, nel Duomo di Gorizia, retto dal parroco don Sinuhe Marotta. Probabilmente, fungerà da confessore della Metropolitana ma, per ora, si tratta solamente di un’indiscrezione che non trova conferme ufficiali.

La notizia, che non era assolutamente nell’aria, è emersa l’altra sera nel corso di una riunione plenaria del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio affari economici, al quale hanno partecipato anche il vicario generale monsignor Adelchi Cabass e il sindaco di Mossa Elisabetta Feresin. «Sì, lascio la parrocchia di Mossa - le poche parole di don Igino, rilasciate al nostro giornale -. Quando ci sarà l’addio? Fra pochi giorni, comunque prima di Natale». Pare che l’ultima messa don Igino la celebrerà il 22 dicembre ma non c’è ancora il crisma dell’ufficialità. «Vado a Gorizia - aggiunge - perché me l’ha chiesto l’arcivescovo. Aveva bisogno di potenziare la presenza nel Duomo. Non potevo dirgli di no». Immediatamente, la notizia dell’addio si è diffusa in paese: ieri mattina, in edicola e nei pochi esercizi commerciali sopravvissuti alla crisi, non si parlava d’altro. Don Igino era diventato una colonna della comunità: da quindici anni era parroco di Mossa dopo che per altri 15 anni aveva retto la chiesa di Gradisca d’Isonzo.

Il sindaco Elisabetta Feresin ha appreso la notizia durante la riunione dei Consigli parrocchiale e affari economici. In verità, il fatto stesso che fosse stata invitata e che partecipasse ai lavori anche il vicario generale monsignor Adelchi Cabass lasciava intendere che potesse essere annunciato qualcosa d’importante ma non certamente l’addio di don Igino. «No, non ce l’aspettavamo proprio uno sviluppo del genere - sottolinea Elisabetta Feresin -. Immaginavamo ci fosse qualche comunicazione importante, di peso, ma non questa. Sotto il profilo personale, non posso che esprimere grande dispiacere. Don Pasquali era la nostra guida spirituale e provo grande affetto nei suoi confronti. Il nuovo incarico dovrebbe essere meno gravoso e impegnativo».

Don Igino, per problemi di salute, aveva dovuto lasciare nei mesi scorsi, seppure temporaneamente, la parrocchia mossese. Era stato sostituito da monsignor Arnaldo Greco. Poi, si era ripreso, tornando alla normale attività parrocchiale. «Formulo anche un altro auspicio. Mi auguro, nei limiti del possibile, di continuare ad avere un “nostro” parroco», le parole del sindaco. Ovvero, aggiungiamo noi, non un parroco a scavalco o un amministratore parrocchiale. Una speranza che, in paese, nutrono in molti.

Un saluto a don Igino lo rivolge anche il vicesindaco Edi Kocina. «Credo che ci sia poco da aggiungere alle parole del sindaco Feresin. A don Pasquali chiedo soltanto una cosa: non si dimentichi di Mossa e dei suoi abitanti che gli hanno voluto e continuano a volergli bene. Continuerà ad essere un nostro punto di riferimento».

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