Don Vatta estromesso dalla Novena

La Curia ritira le locandine delle celebrazioni a Santa Maria Maggiore in cui figurava il nome del sacerdote
Lasorte Trieste 17/02/10 - Circolo della Stampa, Presentazione Cattedra di S.Giusto, Vescovo Crepaldi
Lasorte Trieste 17/02/10 - Circolo della Stampa, Presentazione Cattedra di S.Giusto, Vescovo Crepaldi

TRIESTE

«Cari Confratelli... c’è un errore, non esponete il manifesto». Sembra innocua l’e-mail che pochi giorni fa i parroci della città si sono visti recapitare dalla Curia. In apparenza è un semplice ordine di servizio, ma c’è un dettaglio che non è passato inosservato e che farà scoppiare l’ennesimo caso in diocesi. Sulle locandine diffuse dalla chiesa di Santa Maria Maggiore, e poi fatte sparire in fretta e furia, figurava il nome di don Mario Vatta. L’avviso è stato affisso nelle parrocchie per informare i fedeli sul programma della “Novena” predisposto in preparazione della Madonna della Salute, la celebrazione cittadina che sarà officiata dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi il 21 novembre nella chiesa. Un gruppo di parroci, destinatari della mail, si è insospettito e ha voluto vederci chiaro per capire dove stava “l’errore”. Dopo un giro di telefonate hanno accertato che il bersaglio era proprio il fondatore della Comunità di San Martino al Campo, un simbolo a Trieste per il suo pluridecennale lavoro a fianco degli emarginati. Era lui che, su indicazione dell’allora parroco di Santa Maria Maggiore don Nino Angeli, avrebbe dovuto presiedere le serate per i fedeli. Sarebbe dunque don Mario Vatta “l’errore”, il motivo per cui quelle locandine dovevano scomparire. Al suo posto, su direttive della Curia, sono stati incaricati della predicazione i Francescani dell’Immacolata, subentrati a don Angeli il 9 ottobre in quella chiesa.

Sono alcuni parroci della città a portare a galla la vicenda. Chiedono di restare nell’anonimato perché – dicono – «temiamo di essere richiamati e allontanati dalle nostre parrocchie. Però è giusto che i cittadini sappiano che don Mario è stato messo alla porta perché sgradito al vescovo».

Ecco cosa scrive l’e-mail della Curia indirizzata ai parroci tra il 24 e il 25 ottobre. «Cari Confratelli, vi comunico che in seguito alla lettura del Manifesto: "Novena alla Madonna della Salute" , ho verificato delle inesattezze. Il “Manifesto” è stato spedito presso tutte le vostre parrocchie. Visto e considerato che la stesura del testo contiene degli "errori", il manifesto non venga esposto nelle chiese. Vi aggiornerò in merito e vi ringrazio di cuore per la vostra disponibilità». Firmato don Pier Emilio Salvadè, Vicario generale della diocesi. Si fa riferimento a inesattezze, a “errori”, ma senza mai tirare in ballo don Mario. I volantini, comunque, saranno subito ritirati e le predicazioni passeranno ai frati alimentando così i sospetti nelle sacrestie delle chiese triestine.

«Perché si toglie una funzione religiosa a un sacerdote?», ci si chiede. Don Mario non commenta, con voce sofferta domanda di essere lasciato in pace. I Francescani dell’Immacolata invece parlano e fanno luce sulla vicenda. Racconta il nuovo parroco di Santa Maria Maggiore, padre Alessandro Calloni, da poco a Trieste ma evidentemente ben informato: «Se la Curia impedisce a un prete di predicare è evidente che non è gradito. Mi sono incontrato con don Mario, con molta serenità, e gli ho detto che le sue prese di posizione apparse in quella lettera di Natale comportano delle conseguenze e delle responsabilità. Poi ci siamo abbracciati». Un passaggio chiave che conferma i sospetti dei parroci: il responsabile dei Francescani fa precisa menzione della controversa lettera pubblicata un paio di anni fa sul settimanale diocesano “Vita Nuova” e sottoscritta, assieme a un gruppo di sacerdoti della regione, anche da don Vatta. Quelle righe, dopo giorni di polemiche, costarono il posto all’allora direttrice Fabiana Martini, ora vicesindaco, oltre che la chiusura della pagina. Un'imposizione di Crepaldi, fresco di nomina a San Giusto.

La curia, di fronte a questa nuova bufera, sulle prime si trincera nel silenzio. Qualche ora dopo si fa sentire l’ufficio stampa attraverso Francesco La Bella, l’autore della mail che don Pier Emilio ha inoltrato ai parroci. «Nulla nei confronti di don Mario, abbiamo chiesto ai sacerdoti di ritirare il manifesto perché non erano riportate due celebrazioni», afferma. Una versione nettamente diversa da quella fornita dai Francescani.

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