Dopo 10 anni di attesa Cormons ha riacceso le luci sul suo campanile

Un centinaio di persone ha voluto partecipare in piazza  alla cerimonia ufficiale La torre rimarrà illuminata  anche dopo le feste di Natale



Una Cormons da cartolina. È quella immortalata nelle tantissime foto scattate dai presenti subito dopo l’accensione delle luci che dalla serata di giovedì danno risalto a edifici simbolo come il campanile, il Duomo di Sant’Adalberto e tutto il centro storico. È stata una grande festa di comunità quella vissuta dai cormonesi in piazza XXIV Maggio alla presenza dell’intera giunta Felcaro e del parroco monsignor Paolo Nutarelli. Alle 18.30 circa, dopo i discorsi di rito, il momento più emozionante: dopo dieci anni è stata riacceso il campanile, e l’effetto è stato davvero ammaliante. Spontaneo l’applauso da parte di chi, un centinaio di persone almeno, si trovava in piazza (presenti anche gli esponenti dell’opposizione Elena Gasparin ed Edoardo Mauri). L’operazione è stata di indubbio successo, ed è stata soprattutto una vittoria personale del sindaco Roberto Felcaro, che ha fortemente voluto il ritorno del centro storico illuminato (e tale resterà sempre, non solo per il periodo natalizio) battendosi affinché si tornasse alla tradizione dell’illuminazione degli edifici-cardine del centro storico.

Per ora non sarà però valorizzato dalle luci il municipio, per il quale servirà ancora qualche passaggio tecnico: ma è questione di giorni, e poi anche il Comune sarà illuminato di notte. È bastato però farsi un giro nell’area tra piazza XXIV Maggio, via Patriarchi (tra le strutture non più al buio anche l’area archeologica dell’ex Fermi) e la via antistante il Duomo per rendersi conto dello splendido effetto scenico garantito dalle luci.

«Vogliamo valorizzare al meglio le nostre bellezze architettoniche, affinché Cormons possa dare il meglio di sé anche sotto il profilo turistico», ha sottolineato il sindaco Felcaro.

Don Paolo invece ha posto l’accento sul fatto che «momenti come questo appartengano alla nostra storia: vedere il campanile illuminato è un po’ un simbolo, e significa che il passato deve aiutarci ad orientarci nel nostro futuro, perché la luce mette in evidenza le cose».

Particolarmente interessante, poi, l’excursus storico riguardante appunto il campanile da parte del giornalista Franco Femia: «È il secondo più alto della diocesi dopo quello della Basilica di Aquileia: misura ben 53,80 metri. Faceva parte del vecchio Duomo costruito nel Cinquecento, e dopo la terrazza che domina sulla città è stata costruita un’ulteriore struttura con pianta ottagonale che lo ha rialzato ancora. È dotato di due orologi: uno che dà sulla piazza, l’altro su via Matteotti. Significativa la storia delle quattro campane: la più vecchia è del 1571, ed è quella che usualmente rintocca per annunciare un decesso. Le altre tre sono rispettivamente del 1928, la più grande, del 1947, la più piccola, e del 1986, la mezzana».

Quanto alla preoccupazione che mantenere accesi gli edifici tutte le sere possa in qualche modo portare aggravi significativi sul fronte della bolletta della luce per il Comune, gli uffici tranquillizzano: sono state sostituite tutte le lampadine (una cinquantina) mettendo quelle a led, e quindi ci sarà un risparmio del 60% rispetto ai costi sostenuti quando c’erano quelle vecchie. —



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