Dopo vent’anni la Farnesina riapre il caso del geometra Lister scomparso in Congo

Il 17 dicembre 2008 si trovò casualmente in mezzo a un conflitto a fuoco e sul posto venne trovata solo la sua patente 
ANTEPRIMA AQUILEIA 10 LUGLIO RIPRODUZIONE FOTO SCOMPARSO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE
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il caso



La Farnesina ha deciso di riaprire, dopo oltre venti anni dalla sua tragica e misteriosa scomparsa in Congo, il caso del geometra gradese Giuseppe Lister. Nonostante il tempo ormai trascorso, infatti, anche recentemente la l’Ambasciata d’Italia a Brazzaville, su richiesta del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, è tornata a sensibilizzare le competenti autorità locali «per verificare la possibilità di ottenere nuovi elementi utili a fare luce sulla sorte del nostro connazionale».

Se il caso si può dire riaperto, merito è della senatrice Raffaella Marin che, avendo avuto modo di incontrare il fratello dello scomparso, Mario, si è data da fare coinvolgendo le parti in causa. «Dopo un anno di costante impegno – afferma la senatrice –, è finalmente giunta una promessa da parte del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, in riposta all’interrogazione posta per pertinenza, dal collega senatore Emanuele Pellegrini».

Ma non è stato assolutamente facile. Infatti, la legge italiana prevede che dopo dieci anni dalla scomparsa, venga emesso il certificato di morte presunta e quel documento stilato in base a supposizioni, rappresenta la pietra tombale posta sopra la vicenda. Invece, ora, tutto si riapre riaccendendo quel lumicino di speranze che ancora c’è per sapere qualcosa di Giuseppe Lister.

Era il 17 dicembre del 2008 quando il geometra gradese si trovava in macchina lungo una via di Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo. Mentre la sua auto stava transitando tranquillamente, però, scoppiò un conflitto a fuoco tra due fazioni di ribelli rivali. I momenti successivi alla sparatoria sono incerti, date le diverse testimonianze che raccolte all’epoca, testimonianze che hanno fornito versioni diverse dei fatti lasciano sempre una grande ombra su quanto accaduto.

Una testimonianza, ad esempio, aveva affermato che Lister era riuscito a scappare. Un’altra, invece, che era stato ferito a una gamba e portato via. Da allora nessuna notizia di Lister e nemmeno il ritrovamento del suo corpo è stato fatto. Unico segno che stava a dimostrare il coinvolgimento sul posto era la sua patente di guida ritrovata sul posto della sparatoria. Un ritrovamento che non aveva portato a nulla.

«Mentre il fratello di Lister – dice ancora Marin – mi spiegava i fatti, i suoi occhi chiari esprimevano un sentimento di profonda e antica rassegnazione. Osservavo questa povera anima seduta davanti a me, che ancora una volta ha deciso di raccontare il suo dolore a una perfetta sconosciuta (l’incontro era avvenuto un anno fa, ndr), nella speranza di poter chiudere un lutto mai conclamato, con un fiore in memoria».

Ma, come detto, nonostante il tempo ormai trascorso dalla scomparsa del geometra gradese, anche recentemente l’Ambasciata italiana a Brazzaville, su richiesta del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è tornata a sensibilizzare le competenti autorità locali per verificare la possibilità di ottenere nuovi elementi utili a fare luce sulla sorte del gradese scomparso.

«La sorte di Mario, il fratello dello scomparso – conclude la senatrice gradese – è simile ai familiari dei caduti che si inchinano solennemente davanti al monumento del milite ignoto, baciando il marmo freddo per sentire l’illusorio tepore di una finta e impossibile rassegnazione che non può scaldare né recare pace all’anima. Ma le vittime del lavoro all’estero, non hanno monumenti, né medaglie: per loro, solo la profonda ferita tatuata sul cuore e sui ricordi di chi li ha visti partire e mai più ritornare». —



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