Doppia preferenza di genere: il Pd riporta la proposta nell'aula del Consiglio regionale

TRIESTE Torna giovedì in aula la proposta di legge mirata a introdurre la doppia preferenza di genere nel sistema elettorale del Friuli Venezia Giulia. Primo firmatario è Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale in quota Pd e candidato in pectore del centrosinistra per le elezioni comunali di Trieste. Oltre ai consiglieri dem, tra i sottoscrittori figurano M5s, Patto per l’Autonomia, Cittadini e Open Fvg. Sono tre le regioni italiane che a oggi non hanno questa disposizione di legge: Valle d’Aosta e Piemonte oltre al Fvg. Il testo era già stato bocciato dalla maggioranza di centrodestra nel 2019 (vedi box).
E il presidente Massimiliano Fedriga aveva controproposto una più generale revisione della legge elettorale, da condividere con tutto lo spettro politico entro giugno 2020, se Russo avesse ritirato il suo provvedimento. «Temo che, causa Covid, non si potrà portare a casa quella riforma entro fine legislatura - dice oggi Russo -. Così rilancio la mia proposta in modo bipartisan: spero stavolta in un esito diverso. Anche il presidente dell’aula, il forzista Piero Mauro Zanin, si è impegnato in questo senso. Urge creare le condizioni affinché le donne, più penalizzate dalla pandemia, possano decidere le priorità legislative dei prossimi anni».
Fabiana Martini, storica attivista per i diritti delle donne prima ancora che esponente del Pd, gli fa eco con una petizione su change.org: «Non voglio metterci la bandiera di partito, auspico consensi trasversali. La doppia preferenza non prevede obblighi, ma la possibilità di votare in una lista anche un secondo candidato, purché di sesso diverso dal primo. Non è una quota rosa, ma uno strumento di democrazia paritaria, in ossequio all’articolo 3 della Costituzione sulla rimozione degli ostacoli: se la politica è una corsa, gli uomini partono in scarpe da ginnastica, le donne con tacchi e borse della spesa». Il riferimento alla Costituzione viene ribadito anche da Alessandra Richetti, candidata a sindaco di Trieste del M5s, mentre la consigliera regionale pentastellata Ilaria Dal Zovo parla di «un pezzettino di un percorso lunghissimo da fare per permettere alle donne di partecipare alla vita pubblica».
Così la presidente della Commissione regionale Pari opportunità, Dusy Marcolin di Fratelli d’Italia: «È necessario che il Fvg recepisca la legge 20/2016 (con cui lo Stato dice alle Regioni di dotarsi della doppia preferenza di genere). Non è vincolante, per lo statuto speciale, ma non si può ignorare. Si deve fare di più per promuovere l’elezione delle donne, il che non deve però diventare una battaglia politica di parte. Auspichiamo la completa revisione della legge elettorale, convinte si possano ottenere risultati eccellenti senza privilegiare nessuno: a tal fine maggioranza e opposizione si siedano attorno a un tavolo». L'invito a sedersi a un tavolo è accolto dai capigruppo di maggioranza, che a loro volta auspicano: «L’opposizione dimostri la stessa responsabilità, mancata sino a oggi». Anche Maddalena Spagnolo della Lega ritiene prioritario rivedere in toto la legge elettorale.
Chiosa l’assessore Alessia Rosolen, che fra le deleghe detiene quella alle Pari opportunità: «La doppia preferenza fa sì che un uomo traini una donna, per poi risultare eletto lui. Come le quote rosa, lascia la scelta dei nomi in capo ai partiti. Nei consigli comunali la doppia preferenza c’è già, ma la rappresentanza non è cambiata molto. È umiliante pensare che la partecipazione delle donne si riduca a questo: la parità si raggiunge con strumenti concreti, e non slogan. Forse - conclude Rosolen - il Pd spera di recuperare terreno attraverso Francesco Russo, dopo la figuraccia sui ministri e la segreteria del loro partito, divisa come in una partita di calcio “maschi contro femmine”». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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