Dramma dopo la battuta di caccia sul Carso: è morta la triestina ferita da un'arma da fuoco. Il colpo sparato da un altro cacciatore

La donna faceva parte del gruppo di appassionati di Basovizza ed è stata colpita in vari punti del corpo: gambe, addome e torace. Non ce l’ha fatta

Gianpaolo Sarti
A sinistra la foto del Soccorso alpino; a destra la Scientifica sul posto nella foto di Andrea Lasorte
A sinistra la foto del Soccorso alpino; a destra la Scientifica sul posto nella foto di Andrea Lasorte

Dramma a Basovizza. Una sessantenne triestina è morta dopo essere rimasta gravemente ferita dallo sparo di un fucile durante una battuta di caccia in una radura del Carso triestino situata a poca distanza dal Sincrotrone. Il tragico incidente è avvenuto stamattina, giovedì 21 novembre. La vittima si chiama Denise Marzi Wildauer. Un compagno di caccia che era assieme a lei, l’ingegnere muggesano Dario Peracca di 80 anni, ha fatto partire un colpo dalla sua arma che ha preso in pieno la donna. Si è trattato di un incidente, la cui dinamica non è ancora chiara. Sul caso stanno indagando la Squadra mobile e la Polizia scientifica.

La sessantenne è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico durato molte ore ma che alla fine non è servito. La donna è morta in serata.

Sono stati trovati i pallini della munizione in vari punti del corpo: gambe, addome e torace. La paziente aveva emorragie e lesioni a organi vitali. Quel tipo di munizioni, usate generalmente per la caccia ai fagiani e alle lepri, sono infatti “spezzate”. Così si dice in gergo: il proiettile, non appena esce dalla canna del fucile, libera vari pallini come una sorta di “sciame allungato”.

Lo sparo

I cacciatori sul posto, foto Lasorte
I cacciatori sul posto, foto Lasorte

Sono circa le dieci di mattina. La sessantenne Marzi sta partecipando a una battuta di caccia assieme a un gruppo di una quindicina di appassionati che fa parte dell’associazione di Basovizza. La zona scelta è a ridosso del paese carsico e in linea d’aria a qualche centinaio di metri dalla Foiba: venendo dalla città, si raggiunge da un sentiero che si imbocca a destra prima dell’ingresso dell’area del Sincrotrone. I cacciatori sono divisi in coppie. Hanno i cani. Gli obiettivi sono soprattutto le lepri e i fagiani. La mattinata sembra scorrere tranquilla, come tante volte in questa stagione venatoria. Poi la tragedia: da un fucile parte un colpo che centra in pieno la donna.
La signora si accascia e inizia a perdere sangue da una ferita alla gamba destra. L’uomo che è con lei chiama aiuto. Intervengono gli altri compagni e viene allertato il 112. Nel frattempo i cacciatori presenti tentano di attenuare l’emorragia usando un legaccio. Marzi è cosciente. Ma la ferita alla gamba non è l’unica.

I soccorsi

Quando arrivano l’ambulanza e l’automedica del 118 con le squadre della stazione di Trieste del Soccorso alpino, le condizioni della ferita sono tragiche. La donna sta per morire dissanguata. Sul posto si sono portati, attivati dalla Sores, i soccorritori della stazione di Trieste, l'ambulanza del 118 e l'auto medica, i vigili urbani e la polizia. I soccorritori con il fuoristrada e l'auto medica del 118 hanno percorso duecento metri di strada sterrata con l'auto per raggiungere la ferita, stabilizzata dai sanitari.

Dal punto dell'incidente la donna è stata imbarellata e trasportata a spalle dal Soccorso Alpino lungo la stessa strada sterrata, in ritroso e a piedi fino all'ambulanza, che attendeva sulla strada asfaltata.

La squadra del Soccorso alpino e i sanitari del 118 impegnati a salvare la vita alla donna colpita da un'arma da fuoco durante una battuta di caccia a Basovizza
La squadra del Soccorso alpino e i sanitari del 118 impegnati a salvare la vita alla donna colpita da un'arma da fuoco durante una battuta di caccia a Basovizza

L’intervento chirurgico

Gli esami in ospedale riscontrano ferite a entrambe le gambe, compresa un’arteria. Ci sono lesioni sul basso addome e al torace con l’interessamento di vasi sanguigni e organi, tra cui l’intestino. Pallini ovunque, anche conficcati nel femore e in altre ossa. Marzi è sottoposta a una trasfusione massiccia e quindi a un intervento chirurgico per asportare tutti i pallini del proiettile che ha nel corpo. In serata le condizioni della paziente risultavano critiche: poche ore dopo è sopravvenuta la morte.

Aperte le indagini 

La Mobile e la Scientifica si sono fermati anche nel pomeriggio, sulla scena dell’incidente. Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dell’episodio e la traiettoria dello sparo. E, soprattutto, hanno raccolto le testimonianze dei presenti, compreso dell’uomo che ha sparato. Ma l’origine dell’incidente resta un mistero. L’uomo è banalmente inciampato, come sembra stia emergendo.

Uccisa da un colpo di fucile partito durante una battuta di caccia: la Scientifica sul Carso

Il suo fucile è sotto sequestro. Successivamente i cacciatori sono stati portati in Questura per la verbalizzazione. Le procedure si sono protratte fino a sera; sono state anche verificate le loro posizioni relative alle autorizzazioni necessarie a praticare l’attività venatoria e al possesso delle armi. Tutto è risultato regolare. . —

La Scientifica sul posto: foto Lasorte
La Scientifica sul posto: foto Lasorte

Le foto della Scientifica sul posto di Andrea Lasorte
Le foto della Scientifica sul posto di Andrea Lasorte

Le foto della Scientifica sul posto di Andrea Lasorte
Le foto della Scientifica sul posto di Andrea Lasorte

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