Droga “per asporto” con la margherita

Arrestato un pizzaiolo che faceva consegnare la “roba” a un suo collaboratore. È stato sorpreso con 70 grammi di eroina
Di Piero Rauber

Le pizze nel bauletto dello scooter, la droga nelle tasche. Di tanto in tanto il diciannovenne R.I.V.A. (uno dei giovani finiti in manette sul finire del 2015 dopo che gli investigatori del Nucleo di polizia giudiziaria della municipale avevano scoperchiato a San Giacomo con l’operazione “Divergent”un giro di pusher che si rifornivano in Veneto e spacciavano in particolare marijuana anche fra i minorenni) consegnava, per conto di una pizzeria, margherite e capricciose. Ma non solo quelle. Per conto poi di un singolo pizzaiolo, che di questa pizzeria è contitolare (si tratta de “La Mamola” di strada di Fiume, ma il locale in quanto tale non ne risulta implicato), il ragazzo ci aggiungeva pure qualche bustina per asporto. Qualche dose da recapitare, evidentemente, come hanno scoperto nell’ultima fase delle loro indagini i poliziotti del Comune, a pochi selezionati clienti del pizzaiolo presunto spacciatore. Al quale, a sua volta, sono così scattate l’altro giorno le manette. I vigili della “pg” gli si sono fatti sotto sabato in campo San Giacomo,e gli hanno trovato addosso quasi 70 grammi di eroina che è stato accertato essere, si legge in un comunicato diffuso ieri dalla stessa polizia locale, «purissima, sufficiente per confezionare circa 280 dosi, arrivata probabilmente dal Veneto, regione di residenza del pizzaiolo e destinata al mercato locale». Al’imnterno del suo appartamento, inoltre, «sono state trovate anche alcune confezioni di metadone con le etichette abrase».

Il pizzaiolo si chiama Michele Rossin, ha 31 anni e proprio ieri - mentre la notizia che lo riguardava diventava per l’appunto di pubblico dominio - ha sostenuto il cosiddetto interrogatorio di garanzia, assistito dal suo avvocato d’ufficio Laura Pisani, davanti al giudice per le indagini preliminari Luigi Dainotti, che ha accolto l’istanza del pubblico ministero Matteo Tripani, il magistrato della Procura che in questi mesi ha coordinato il lavoro investigativo della polizia locale sul versante dello spaccio cittadino, che per il contitolare de “La Mamola” aveva proposto i domiciliari.

Da ieri, dunque, pur restando in stato di arresto, Rossin ha lasciato il Coroneo ed è potuto tornare a casa ma non ancora al lavoro, in pizzeria, poiché il gip non ha ritenuto per il momento di concedergli una misura più leggera invocata dall’avvocato d’ufficio - come la semilibertà con obbligo di firma o, appunto, il permesso di recarsi sul luogo di lavoro - ravvisando tecnicamente i cosiddetti gravi indizi di colpevolezza indicati nei verbali di polzia giudiziaria a proposito delle indagini che lo stanno coinvolgendo. Il pizzaiolo, al momento dell’arresto di sabato, annota ancora la polizia municipale, «era in compagnia del vicentino N.R., classe 1987, cameriere nella stessa pizzeria», che «con sé aveva qualche dose di eroina ma, nel suo caso ci saranno conseguenze solo di carattere amministrativo», a cominciare dalla segnalazione di prassi del suo nominativo alla Prefettura.

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