Due corpi senza vita trovati in un casolare abbandonato a Udine: ipotesi monossido

Il ritrovamento in uno stabile in via Bariglaria, la segnalazione sarebbe arrivata da un passante. Vicino ai corpi c’erano giacigli di fortuna e sacchi a pelo. Si farà l’autopsia

Anna Rosso
Il casolare dove sono stati ritrovati i corpi. Foto Petrussi
Il casolare dove sono stati ritrovati i corpi. Foto Petrussi

Due uomini, due cittadini pakistani di 35 e 38 anni, trovati senza vita in un edificio abbandonato: questa la tragica scoperta avvenuta lunedì in via Bariglaria. Ancora da capire le cause della morte. Saranno l’autopsia e gli esami tossicologici a fare chiarezza.

Cosa è successo

Nascosta tra i campi della periferia est di Udine, in quel tratto di Beivars dove la città si sfilaccia in sentieri sterrati e reti divelte, c’è una palazzina che da anni sembra non interessare più a nessuno, se non a chi una casa non ce l’ha ed è in cerca di un riparo. Le finestre spalancate, le pareti umide, i varchi aperti di forza nella recinzione raccontano una storia di abbandono che lunedì si è trasformata in dramma. È qui, infatti, all’altezza del civico 142 di via Bariglaria, che gli agenti della Squadra Mobile e delle Volanti hanno trovato i corpi senza vita di due uomini stranieri che avevano cercato riparo dal freddo invernale.

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La scoperta è avvenuta poco dopo le 12.30, grazie alla segnalazione di un conoscente delle vittime, un italiano. L’uomo si era presentato alla Stazione di posta di piazzale Unità d’Italia raccontando di aver visto i due amici immobili all’interno del caseggiato. Da lì, l’allerta alla polizia e il sopralluogo nell’edificio isolato tra sterpaglie, pozze d’acqua e passaggi stretti: un luogo dove l’incuria e il degrado rendono ogni passo un rischio.

L’edificio dimenticato da anni

Il caseggiato, abbandonato da almeno quindici anni, è noto alle forze dell’ordine: in passato quella zona era stata usata per occultare sostanze stupefacenti e si erano verificati anche piccoli incendi. La struttura presenta buche, detriti, una scala interna senza passamano e un ingresso sigillato da reti che qualcuno ha divelto per ritagliarsi un passaggio. Un varco troppo stretto persino per i soccorritori che, con l’aiuto dei vigili del fuoco, hanno dovuto tagliare la recinzione per passare.

Al piano ammezzato, dove i due uomini si erano sistemati per la notte, gli investigatori hanno trovato un quadro che parla di precarietà e tentativi di sopravvivenza: un sacco a pelo, una brandina, coperte, indumenti, diverse bottiglie di vino e alcolici, piccoli oggetti quotidiani. E soprattutto un braciere improvvisato, realizzato con una teglia metallica, collocato appena fuori dalla stanza. L’ambiente era stato parzialmente sigillato con una coperta appesa davanti alla finestra per bloccare gli spifferi, un gesto comprensibile nelle notti gelide, ma potenzialmente fatale.

L’ipotesi del monossido di carbonio

Al primo esame esterno dei medici legali, i corpi non presentavano segni di violenza. Nessuna indicazione di colluttazione, nessun indizio legato a un eventuale uso di stupefacenti. Le posizioni in cui sono stati trovati sembravano parlare invece di un collasso improvviso: uno dei due era disteso nel sacco a pelo, nella postura del sonno; l’altro era seduto sulla brandina, completamente vestito, come sorpreso da un malore mentre si preparava a sdraiarsi. Per la polizia, la pista principale, almeno in queste prime fasi dell’indagine, è quella dell’intossicazione da monossido di carbonio.

Il braciere acceso, la stanza parzialmente sigillata e le temperature vicine allo zero compongono un quadro che purtroppo non è raro nei contesti di marginalità: un gas inodore e invisibile che si sprigiona senza dare il tempo di reagire. Le correnti d’aria che attraversano l’edificio aperto potrebbero aver convogliato il fumo all’interno della stanza, intrappolando il monossido. Gli investigatori per ora non possono escludere nemmeno altre possibilità, come per esempio l’assunzione di un pericoloso mix di alcolici (considerate le numerose bottiglie di vino trovate) e qualche sostanza o farmaco. Alcuni elementi – come le lesioni compatibili con morsi di animali su uno dei corpi — indicano che i decessi sarebbero avvenuti poche ore prima del ritrovamento.

Identità e accertamenti in corso

Al momento, l’identità dei due uomini non è stata ancora confermata. Le prime indicazioni parlano, come detto, di cittadini di origine pakistana, che frequentavano la zona in cerca di ripari temporanei. Gli investigatori stanno completando le procedure per il riconoscimento formale e attendono gli esiti definitivi dell’esame medico-legale per confermare la causa della morte. Il sito resta sotto osservazione per ulteriori controlli, mentre la polizia sta ricostruendo i movimenti delle vittime nelle ore precedenti e raccogliendo testimonianze utili. 

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