Duecento i richiedenti asilo accolti in un anno in 5 comuni

Il punto della situazione in un incontro cui hanno preso parte rappresentanti di Cormons, Romans, Savogna, San Canzian e Pieris. Accuse a Gorizia
Di Matteo Femia
Bonaventura Monfalcone-25.06.2015 Lavori per la festa dello sport con ospiti migranti-San Canzian d'Isonzo-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-25.06.2015 Lavori per la festa dello sport con ospiti migranti-San Canzian d'Isonzo-foto di Katia Bonaventura

CORMONS. Circa 200 richiedenti asilo aiutati sul territorio provinciale dai progetti di accoglienza integrata in poco più di un anno in cinque Comuni isontini. È il numero che emerge sommando le realtà attive: infatti tra Cormons (dove sono transitati 28 ragazzi), Romans (63 accolti), Savogna (54), San Canzian (50 circa) e San Pier d'Isonzo (5) che si sono impegnate ospitando sul proprio territorio comunale profughi afgani e pakistani dall'inizio del 2015 a oggi. Il bilancio è stato fatto dai rappresentanti municipali e dagli operatori delle realtà operanti a loro sostegno (Ics e Bethlem Onlus) ieri mattina a Cormons, a Palazzo Locatelli, dove sono state presentate anche le iniziative che vedranno protagonisti i richiedenti asilo del territorio il 20 giugno prossimo, Giornata mondiale del rifugiato. E non sono mancati, oltre al resoconto degli sforzi intrapresi soprattutto nell'ultimo anno, anche delle accuse precise alle altre istituzioni definite “latitanti”: lo Stato innanzitutto, «che lascia noi Comuni da soli e non ci dà gli strumenti adeguati per affrontare quella che non è un'emergenza, ma un fenomeno strutturale» come hanno evidenziato in coro i sindaci di Romans e Cormons Davide Furlan e Luciano Patat. Ma da parte del neo rieletto primo cittadino romanese non sono mancate le stoccate ai colleghi delle municipalità limitrofe: «Tutti i ragazzi che abbiamo ospitato nella nostra comunità sono stati da noi formati su gestione del verde, sicurezza, manutenzione. Una volta pronti per essere messi sulle strade a tenere in ordine l'arredo urbano, abbiamo proposto ai Comuni limitrofi senza alcun costo per loro se volessero qualcuno di loro sul proprio territorio a svolgere la pulizia delle aree verdi: nessuno ha accettato. Questo più della riluttanza a ospitare questi giovani nel proprio Comune testimonia come non ci sia una sensibilità da parte di tutti sull'argomento». Sensibilità dimostrata invece da Savogna dove oltre a ospitarli, formarli e garantire loro corsi di insegnamento di italiano e dell'avviamento professionale, si è fatto addirittura qualcosa in più: «I 18 posti a noi assegnati - racconta il sindaco Alenka Florenin - hanno visto l'alternarsi in questo anno di 54 ragazzi afgani e pakistani: una ventina di essi, grazie all'interessamento di un educatore che svolge anche il ruolo di allenatore delle giovanili del Sovodnje, hanno potuto allenarsi due volte a settimana con i giovani del nostro paese. Lo sport è un altro modo con cui far integrare questi ragazzi. Certo è - e qui l'affondo è chiaro nei confronti dell'amministrazione comunale di Gorizia - che se si rifiutano questi progetti di accoglienza integrata sul proprio territorio la conseguenza è poi quella di veder ciondolare da mattina a sera questi giovani che nulla hanno da fare se non sostare nei parchi: ma non restano con le mani in mano perché non vogliono fare nulla, bensì perché le istituzioni non si danno da fare per coinvolgerli». E sul tema un altro attacco è arrivato dal sindaco di Romans, Furlan («Possibile che un'amministrazione comunale lasci questo tema completamente in mano a Medici senza frontiere come avviene in una zona di guerra?») e dalla vicesindaco di Cormons Lucia Toros («Solo un quinto dei Comuni della provincia di Gorizia ospita richiedenti asilo in progetti di accoglienza diffusa»poco»). Tra le iniziative di lunedì, due in particolare: a Savogna sarà inaugurata un'aiuola curata dai richiedenti asilo nel parco pubblico, mentre a Cormons parteciperanno a un torneo di calcio al Ricreatorio.

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