Duino Aurisina dice “no” alla nuova centrale A2A e al metanodotto collegato

La presidente Puntar: «Tante criticità nel progetto, a iniziare dalla zona, quella del Lisert, già adesso degradata. Non va penalizzata ulteriormente»
Bonaventura Monfalcone-31.03.2019 Esercitazione protezione civile-Cava-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-31.03.2019 Esercitazione protezione civile-Cava-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

DUINO AURISINA

No all’installazione della nuova Centrale termoelettrica della A2A Energiefuture spa e no alla costruzione del metanodotto che dovrebbe servirla. Non lascia dubbi il documento redatto dalla Commissione Ambiente del Comune di Duino Aurisina, firmato dalla presidente Chiara Puntar, in relazione all’istanza presentata lo scorso dicembre dalla spa al Ministero dell’ambiente e tutela del territorio e del mare, per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (la cosiddetta “Via”).

Il progetto prevede l’installazione nell’area del Lisert, nel territorio del Comune di Monfalcone, a ridosso di quello di Duino Aurisina, di un nuovo ciclo combinato di ultima generazione, alimentato a gas naturale, al quale è coordinata la costruzione di un metanodotto atto a collegare la centrale alla rete di distribuzione del gas metano della Snam, per una lunghezza complessiva di quasi due chilometri e mezzo.

«Dall’analisi della documentazione – spiega in premessa Puntar – si segnalano numerose criticità nel progetto. Innanzitutto il sito nel quale si vorrebbe intervenire appare già adesso degradato e riteniamo che qualsiasi nuova opera, se autorizzata, dovrebbe essere adeguatamente supportata da interventi compensativi e mitigativi, allo stato attuale inesistenti. Inoltre, i camini della Centrale già presenti hanno un altissimo impatto visivo. Si ritiene pertanto fondamentale – continua la presidente della Commissione – non penalizzare ulteriormente, anche a livello paesaggistico e visivo, la zona interessata dal progetto». Dello stesso tenore le valutazioni sul metanodotto: «Il tracciato proposto – precisa Puntar – andrebbe a interferire con aree di importante rilevanza paesaggistica e ambientale, che sono le zone speciali di conservazione del “Carso triestino e goriziano” e “Carsiche della Venezia Giulia”, il Parco comunale del Carso di Monfalcone, il Biotopo del Lisert, la zona a Nord del Lisert, dichiarata di notevole interesse pubblico, e il Canale dei Tavoloni. Inoltre, la realizzazione del tracciato prevede una riduzione della superficie boschiva di 0,5 ettari lungo la fascia dedicata al metanodotto, elemento – sottolinea – in netto contrasto con la legge istitutiva del Parco del Carso, anche perché, dalla Relazione allegata dal proponente, si evince che, per la realizzazione del metanodotto, sia prevista una pista di lavoro di larghezza tra i 14 e i 16 metri. Come noto – continua Puntar –, sul territorio del Carso, le realizzazioni di altri metanodotti hanno portato alla permanenza di questo tipo di piste lavori anche dopo decenni dalla loro definizione, con grave danno per le specie arboree».

In chiusura del documento, si richiede anche «che sia predisposto uno studio circa la possibile presenza di grotte di rilevante interesse naturalistico, geologico e paleontologico nelle zone potenzialmente interessate dello scavo del metanodotto. Senza dimenticare – conclude la presidente – che tale zona è di grande valore antropico, culturale e storico, con la presenza di camminamenti, trincee, cippi, monumenti risalenti alla prima e alla seconda Guerra mondiale, di manufatti edilizi rurali tradizionali, i cosiddetti “muretti a secco”, già diventati patrimonio dell’Unesco». —



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