È autunno, tempo di fare scorte in vista del riposino semestrale

il caso
Alcune specie animali, come noto, hanno sviluppato una strategia per adattarsi al cambio delle stagioni e quando inizia il primo freddo vanno in letargo: un sonno profondo permette loro di sopravvivere nonostante le condizioni avverse e la scarsità di cibo a disposizione. Tra gli animali che vivono sul territorio triestino ed entrano in letargo ci sono le tartarughe di terra, il riccio, il pipistrello, il ghiro e la vipera.
Ogni specie affronta la strategia di sopravvivenza in modo differente, ma in linea di massima gli animali che vanno in letargo in autunno ci rimangono per circa 6-7 mesi e si risvegliano con l’arrivo della primavera. Chi, in questi giorni, ha occasione di visitare l'Enpa, potrà notare che negli ampi recinti dove sono ospitate molte tartarughe di terra, le bestiole si sono già organizzate per un lungo periodo di sonno. Chi ne una in giardino, di solito si accorge dei “preparativi” per l’allestimento della tana in cui il rettile sparisce per poi ricomparire in primavera.
Stesso discorso per i ricci. Appena autunno fa capolino, questi animaletti si dedicano alle grandi abbuffate per prepararsi al loro lungo riposo. Fanno scorte imbottendo il nido di provviste, accumulano foglie ed erba secca per aumentare la temperatura interna e prepararsi il giaciglio. Da ottobre ad aprile si ritirano nel rifugio, si raggomitolano e dormono quasi ininterrottamente per svegliarsi circa una volta al mese, giusto il tempo di uno spuntino. Purtroppo è errore comune pensare che pure alcuni roditori che accogliamo nelle nostre abitazioni, come i criceti, vadano in letargo. Non è così, un criceto mogio, debole, non è in letargo: non sta bene. Ovviamente, anche il criceto si accorge del cambio di temperature ma di certo non andrà comunque mai in letargo. —
L.T.
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