È deceduta la grintosa Valery amava il ciclismo e le vette

Monica Del Mondo/TRIVIGNANO
«Valery era una donna forte, tosta. Non si arrendeva, non si tirava mai indietro. Nelle arrampicate in montagna, come nel modo di affrontare la malattia». Sono le prime parole con cui il marito Emanuele descrive Valeria Tondon. Valery, così per tutti, è morta mercoledì pomeriggio all’ospedale di Palmanova, dopo lunga malattia. Era nata in Francia il 22 dicembre 1966, da una famiglia originaria di Gonars emigrata per lavoro. Tornata in Friuli, da bambina con i genitori e le due sorelle, aveva compiuto gli studi a Gonars e iniziato lo Stringher a Udine. Aveva poi svolto diversi lavori fino a quando aveva trovato impiego come inserviente a Gonars. Viveva da una quindicina d’anni a Trivignano Udinese, con il marito e la figlia Alice. Appassionata di montagna, un amore nato con le prime gite dei campi scuola parrocchiali e foraniali, aveva coltivato questa passione per le vette su sentieri sempre più impegnativi. Aveva conosciuto il marito Emanuele Antonutti ad un corso di arrampicata e assieme hanno vissuto diverse imprese.
«Potevo proporle qualsiasi obiettivo – ricorda Emanuele – non si tirava indietro. Non s’arrendeva mai. Lo ha dimostrato anche nel modo di affrontare la malattia. Amava la vita all’aria aperta. Appena avevamo la possibilità andavamo in montagna. Quando non ha più potuto dedicarsi a percorsi impegnativi, s’è accostata al mondo della bicicletta con il gruppo dei Draghi dove abbiamo trovato anche tante amicizie». «Una sportiva fuori dal comune – la ricorda Valdino Pacco del Cai di Palmanova –. Quel che Valery ci lascia è un tesoro inestimabile». Valery amava leggere, cucinare, soprattutto adorava le vette innevate. Il Monte Rosa e il Monte Bianco, le cime dell’Alto Adige erano nel suo cuore, adorava anche le montagne del Friuli con un legame affettivo per il Matajur, affrontato in bici infinite volte. «Ci piace ricordare Valery – dice Stefano Nadalin, presidente del gruppo ciclistico “I Draghi” di Cervignano – con la grinta e la tenacia nell’affrontare ogni salita, e sempre con il sorriso». «Valery era straordinaria – ricorda la sorella Isabella – sensibile, buona e di grande umiltà. Per lei la famiglia era un valore fondamentale, amava immensamente la figlia Alice, molto affezionata agli otto nipoti».—
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