È fallita la Tomos. Muore così un pezzo di storia ex jugoslava

CAPODISTRIA Questa volta è proprio la fine. La fabbrica Tomos dopo 65 anni chiude definitivamente i battenti. Dallo scorso 2 gennaio infatti è stata decretato il suo fallimento dal Tribunale circondariale di Capodistria, procedura innescata proprio da un suo dipendente in quanto non gli veniva corrisposto il salario previsto da contratto di lavoro.
Nei prossimi giorni il curatore fallimentare consegnerà le lettere di licenziamento ai tredici operai superstiti dello stabilimento di Capodistria. Operai che però dovranno ancora attendere quanto loro dovuto, ossia gli arretrati e gli stipendi non ancora erogati. «L’azienda deve ai lavoratori gli arretrati e tre stipendi», conferma alle Primorske novice il segretario del sindacato Skei per la regione carsica e del Litorale, Saša Ristič.
L’ormai ex direttore di Tomos, Iztok Piki si è reso irreperibile ai media. Non è ancora noto il valore della massa che costituisce la procedura fallimentare, quel che è certo è che di essa non fa parte il marchio Tomos che è di proprietà della società di Idria, Hidria.
Tomos, che è acronimo di Tovarna Motornih koles Sežana (in italiano "Fabbrica Motocicli Sesana"), fu fondata dal governo jugoslavo nel 1954 a Sesana, iniziando a produrre ciclomotori su licenza dell'austriaca Puch l'anno successivo in uno stabilimento a Capodistria. A questi modelli, battezzati Colibrì, si affiancarono una motocicletta di 250 cm³ e uno scooter di 125 e 150 cm³, anch'essi di origine austriaca, ma di scarso successo.
Nel 1959 la Tomos iniziò la produzione di ciclomotori di propria progettazione, mantenendo il nome "Colibrì", progressivamente aggiornati. Iniziarono anche le esportazioni, dapprima in Svezia e successivamente nei Paesi Bassi, con buoni risultati commerciali. Già negli anni Sessanta l'azienda di Capodistria iniziò a diversificare le proprie attività, iniziando la produzione di motori fuoribordo e stazionari, oltre che costruendo diversi modelli Citroën (tra cui 2CV, Dyane e GS) ed Alfa Romeo(Giulia 1300 ti,1750 berlina)per il mercato jugoslavo. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo