E il “mulo” de Adamich sarà premiato in Comune

L’ex asso del volante e inventore dei corsi di guida sicura sarà l’ospite d’onore in Consiglio il 31 marzo

Per 15 anni ha partecipato e vinto in ogni categoria: cronoscalate, rally, prototipi, vetture da turismo. Ha portato in pista monoposto di tutte le formule e potenze, ha raccontato sullo schermo delle televisioni Gp valevoli per il mondiale e gare motociclistiche iridate. Si è impegnato a promuovere la sicurezza in ogni aspetto e forma - in pista e sulla strada - inventando, primo in Italia, corsi di guida sicura. Da anni li sta gestendo in prima persona assieme a un gruppo di collaboratori qualificati all'autodromo di Varano de Melegari. Ecco perché Andrea de Adamich sarà premiato il 31 marzo nella sala del Consiglio comunale nell’ambito delle manifestazioni della Primavera motoristica organizzate dal Club dei Venti all’ora e dal Motoclub Trieste. È nato a Trieste tanti anni fa e ha vissuto da bambino in via Murat. Poi la sua famiglia si è trasferita a Vicenza nell’abitazione dei nonni materni, infine è andato a vivere e lavorare a Milano. «Di Trieste ricordo il bagno Ausonia, Miramare, Barcola, il bellissimo mare e poco altro se non quello che mi ha raccontato mia madre» ha dichiarato di recente in un’intervista in cui ricorda come la sua famiglia sia originaria di Fiume, dove il nonno fu un imprenditore di grande successo e un benefattore dal cuore d’oro.

De Adamich ha “rimosso” per anni la memoria dell’esodo e delle violenze seguite all’occupazione jugoslava dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Troppo dolore, troppi legami recisi. Il tempo. Ora invece ha “eroso” la sofferenza e qualche tempo fa è rientrato per la prima volta nella città del Quarnero che per almeno due secoli fu la dimora della sua famiglia. Al contrario ricorda con piacere la sua vita agonistica. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta ha infatti portato con onore il nome di questo estremo lembo dell’Adriatico su tutte le più importanti piste automobilistiche: da Monza a Brands Hatch, dalla Targa Florio al Nurburgring, da Spa a Silverstone, a Sebring. «Ho conservato tutto della mia carriera: fotografie, articoli di giornale, trofei, medaglie, caschi. Anche le automobiline di latta con cui giocavo da bambino. Mi mancano soltanto le auto con cui ho corso» ha dichiarato in un’altra recente intervista. Le “sue” auto sono state le Alfa Romeo Gta con cui divenne campione europeo turismo nel 1966 e ’67, la Giulia TZ2, l’Alfa 33 e poi Brabham, Ferrari, Surtees, March, Mc Laren. Nel 1971 vinse la 1000 chilometri di Brand Hatch. L’Alfa ritornava alla vittoria in una prova mondiale dopo 20 anni di forzata astinenza. L'ultimo primo posto era stato di Manuel Fangio.

Oggi a tanti anni di distanza de Adamich riesamina la propria carriera. «Fino al 1969 sono andato “alla spera in dio”, Dal ’70 al ’72 sono stato abbastanza veloce e ragionatore. Dal ’73 al ’74 ho ragionato forse troppo a scapito della velocità». Un terribile incidente in Inghilterra ha messo fine alla sua carriera in cui si era confrontato con piloti del calibro di Jackie Steward, Wilson ed Emerson Fittipaldi, Tim Schenken e Jim Clark.(c.e.)

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