E il patron è già ai saluti: «Cedo le mie quote»

Preoccupati i tifosi che puntano su Zanmarchi. L’avvocato Pastor: «La cordata Todaro ora è più fredda»
Foto Bruni 09.12.15 Pontrelli:udineza in tribunale per il fallimento dell'Unione 2012
Foto Bruni 09.12.15 Pontrelli:udineza in tribunale per il fallimento dell'Unione 2012

Occhiali scuri, rasatura impeccabile, vestiario elegante, sorrisi senza turbamento. Il convitato di pietra, ieri, non è stato più tale. Pontrelli è arrivato in Tribunale cinque minuti dopo le dieci. Ad aspettarlo c’era una piccola delegazione del tifo organizzato che insiste per Zanmarchi, capitanata dal presidente del Centro di coordinamento Sergio Marassi, e pure due discreti agenti della Digos in borghese. Il contatto, visivo più che altro, non ha provocato affatto scintille. Le “parti” si sono elegantemente ignorate. “Presidente, che succede oggi?”. «Non lo so, vediamo», ha risposto pacato Pontrelli prima di allontanarsi per un breve bisbiglio con l’avvocato Daniele Vidal, ex dg ai tempi di Puglia qui rappresentante col collega Davide Lamberti della Acerbis - la società che nel 2012-2013 fornì l’abbigliamento tecnico e che ora vanta un credito di circa venticinquemila euro - ma pure “advisor” di Zanmarchi. Se abbiano trattato le transazioni dei clienti di Vidal o la cessione delle quote a Zanmarchi non è dato sapere. Gli altri legali erano l’avvocato Maria Chiara Dessardo dello Studio Borgna, a tutela dei ventimila euro pretesi complessivamente dal vice dell’ex mister Ferrazzoli Livio Lupidi, dall’ex preparatore dei portieri Massimo Leo e dall’ex preparatore atletico Mario Ciac, l’avvocato Werther Vio che difende col padre Giovanni Luigi Turci, altro ex preparatore dei portieri, il cui credito si aggira sui quindicimila euro, e l’avvocato Alberto Kostoris, che cura gli interessi del Ponziana, titolare di un credito di circa settemila euro per l’affitto del campo, e di una ditta slovena di noleggio pulmini che ne reclama quattromila.

L’avvocato Dario Lunder, il legale dell’Unione di Pontrelli, è arrivato verso le 10.15, orario in cui era fissata un’udienza che in realtà è iniziata verso le 10.35 e che poi si è protratta per più di un’ora. Nel corridoio, davanti alla stanza 96 del giudice Merluzzi, l’aria che tirava era che più passava il tempo più tramontava l’ipotesi del fallimento immediato. Una sensazione azzeccata. Alle 11.40 il primo a uscire è stato l’avvocato Kostoris. «È finita. La Triestina? No, no. L’udienza». Dietro di lui Pontrelli. Che si è chiamato fuori: «Presto cedo le quote alle due società del signor Di Piero e mi tiro fuori. Tutto bene. La Triestina non è fallita». «L’atteggiamento dei creditori è consenziente», gli ha fatto eco l’avvocato Lunder. «Siamo preoccupati e stufi, ed è sconcertante che nessun imprenditore triestino ritenga di scendere in campo», ha sbuffato Marassi. Il rompete le righe è coinciso con il passaggio a Foro Ulpiano, chiaramente non casuale, di Mauro Milanese con Michele Genna da una parte e dell’avvocato Federico Pastor, “advisor” della cordata Todaro dall’altra. «Nulla da dire sulla decisione del giudice il cui lavoro è quello di tentare di tutelare fin quando possibile gli interessi dei creditori - così Pastor - ma è ovvio che questo slittamento dei termini ha provocato un certo qual disappunto negli imprenditori che rappresento. Il loro calore verso la possibilità di occuparsi della Triestina si sta affievolendo».(pi.ra.)

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