E il Tartini fa il pieno di iscritti stranieri

Boom di allievi arrivati nelle aule di via Ghega grazie al programma Erasmus Plus e agli accordi bilaterali

È possibile che a Trieste, nei pressi di via Ghega, vi capiti d'incontrare un nutrito gruppo di giovani balcanici dalle mise “artistiche”: al Conservatorio Tartini il semestre in corso ospita un numero record di 38 studenti stranieri appartenenti al programma biennale Erasmus Plus K107, finanziato dall'Agenzia europea, che provengono in particolare da Albania, Serbia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Studiano archi, fiati, tastiere al biennio e al triennio universitario. E sono allievi che si aggiungono agli otto giovani provenienti da altre nazioni - in totale questi ultimi sono 15 nell'intero anno accademico -, che hanno siglato accordi bilaterali con l'istituto per il progetto di scambio, tra cui Germania, Finlandia, Turchia e Bulgaria, e ai ragazzi che vengono a studiare qui dall'estero per l'intero percorso accademico.

Il Tartini è in Italia il primo per movimentazione Erasmus e di conseguenza per contributi ricevuti da parte del ministero. «Un primato - commenta il direttore Roberto Turrin - che ci caratterizza sia per la vocazione, la matrice culturale e la posizione strategica della nostra città, ma anche grazie all'Ufficio internazionale molto preparato che gestisce gli accordi iniziali, alloggi, permessi, tutta la logistica e tutto ciò di cui hanno bisogno i ragazzi dalla partenza e all'arrivo. Inoltre abbiamo stipulato una griglia di riconoscimenti reciproci di percorsi accademici».

Professori e allievi comunicano in italiano ma ovviamente anche in inglese per i confronti diretti. Entusiasti, sorpresi positivamente, vogliosi di restare qui a Trieste, dei 38 musicisti, in quattro hanno già chiesto di inserirsi a pieno titolo nel Conservatorio triestino per continuare gli studi e altri quattro hanno fatto domanda per prolungare l'esperienza Erasmus. «Richieste che obtorto collo non siamo riusciti a soddisfare per il momento causa problemi di visto e permessi di soggiorno - afferma Turrin -, perché si tratta di Paesi extra Ue, ma li accoglieremo nel prossimo anno accademico». Questi progetti prevedono anche la mobilitazione dei docenti, 15 italiani in uscita e 15 stranieri in entrata in questo periodo dai paesi del K107, e altri 15 stranieri in arrivo dall'Europa, cui si aggiungono 26 triestini in uscita verso Paesi Ue. «Io stesso - racconta Turrin - ho partecipato come docente e sono andato all'Accademia musicale ufficiale del Montenegro, a Cetinje, per una settimana e ho fatto lezione agli studenti, esperienza molto gratificante perché c'è un confronto con repertori e punti di vista storico-culturali diversi. Credo che sia una cosa tra le più vantaggiose che l’Ue sia riuscita a creare».

Intanto l'accademia, che ha iniziato l'attività Erasmus dieci anni fa ma l'ha intensificata da tre, aprendosi al resto del mondo, ha già avviato la richiesta all'Agenzia europea per riorganizzare il K107, e ha intenzione di promuovere accordi bilaterali con Canada, Usa e Bielorussia. (b.m.)

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