E la sfida di Bolle parte da Trieste: «La danza soffre»

di Sara Del Sal
Un ragazzo che ama il cioccolato fondente, il mare e la lettura, che si diverte a guardare un film e non perde occasione per passare il suo tempo con i suoi amici e la sua famiglia. Roberto Bolle ha davvero tutte le carte in regola per essere il ragazzo perfetto ma è anche un ballerino da tutto esaurito nei teatri in cui si esibisce, e Trieste non fa eccezione, con un teatro pieno in ogni ordine di posto per il suo ritorno.
«Ho voluto iniziare il tour proprio da Trieste. Ancora ricordo il calore e l'entusiasmo con cui il pubblico triestino aveva applaudito le mie precedenti esibizioni».
E tutto è pronto per l’appuntamento di venerdì sera, alle 21, al Politeama Rossetti di Trieste. Con lui sul palco i Principals dell’American Ballet del quale è entrato a far parte, da Principal a sua volta, nel 2009. «L’American Ballet di New York non si esibisce in Italia da moltissimi anni, spiega. Era molto tempo che accarezzavo l’idea di portare qui un pezzo della mia vita americana e finalmente quest’anno ce l’abbiamo fatta. Accanto a me si esibiranno alcuni degli artisti più brillanti della Abt e ho studiato un programma che vuol essere un estratto dell’enorme repertorio americano che mescola brani iconici di importanti coreografi come Balanchine a pezzi di coreografi giovani, come Alexei Ratmansky (attualmente coreografo residente dell'Abt), conteso dai più importanti teatri del mondo. Molti pezzi sono inediti in Italia: un’occasione unica e imperdibile direi».
Bolle è un’ètoile riconosciuta in tutto il mondo. Nel 2012 ha ricevuto il titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Per lui, che lavora in diverse realtà, la danza in Italia «È in gravissimo pericolo, come tutta la cultura d’altra parte. Manca da parte delle istituzioni un piano organico per sostenere il nostro patrimonio culturale e valorizzarlo e ad ogni recrudescenza della situazione economica non si fa che tagliare senza una visione generale, senza scampo direi. Servirebbe invece a mio avviso cercare di sostituire gli investimenti statali con quelli privati incentivandoli con una politica di defiscalizzazione, come succede negli altri Paesi. E soprattutto smettere di guardare questo settore solo come una voce di spesa, ma pensare a come farlo rendere al massimo. Un paese con una tradizione e un patrimonio artistico come l’Italia non può rinunciare ad avere un ruolo centrale a livello internazionale sul piano della cultura».
Da giovanissimo è stato notato da Rudolf Nureyev. “Ero un ragazzino di soli 15 anni ma ricordo ogni istante di quell’incontro. Mi vide allenarmi in una sala da ballo della Scala e mi scelse per il ruolo di Tadzio in Morte a Venezia. Ma il Teatro non mi diede il permesso di partecipare a quella produzione per la mia giovanissima età. All'epoca ero disperato, mi sembrava la fine della mia carriera e invece era solo l’inizio. Ma essere scelto dal grande Nureyev mi diede nuova energia e una grande fiducia nelle mie possibilità».
Un altro grande ballerino, Mikhail Baryshnikov, ha spesso recitato in film o in serie tv come Sex and the city. Bol. le, a questo proposito, afferma: «Se si presentasse un progetto interessante e riuscissi a coordinarlo con il mio calendario, non vedo perché dovrei rifiutare. D’altra parte ho già partecipato a dei progetti cinematografici. Da Peter Greenaway che mi ha voluto protagonista dell’installazione con cui ha aperto il padiglione Italia dell’Expo di Shangai, al voom portrait che mi ha dedicato Bob Wilson e che è stato presentato a New York quasi tre anni fa. il cinema mi interessa moltissimo».
Qualche tempo fa un video, su una canzone di Giorgia, “Tu mi porti su”, vedeva Bolle ripreso mentre “lanciava” delle ballerine. «Ci siamo divertiti moltissimo a farlo!. Al contrario di quanto si pensi, in sala ballo si scherza e si ride molto. D’altra parte con i ritmi che teniamo, se non ci divertissimo anche un po’ non potremmo resistere. “Tu mi porti su” era diventato un tormentone durante le prove. abbiamo iniziato a giocarci e alla fine ci riusciva talmente bene che, nelle mani di Max Volpini ballerino, amico e coreografo - tra l’altro anche di “Prototype”, il nuovo pezzo che portiamo in anteprima a Trieste -, è diventato quel video che è schizzato subito in vetta alla classifica di Youtube. Si sono divertiti anche Giorgia e Jovanotti quando lo hanno visto!».
E in “Prototype” si potrà vedere Bolle sfidare se stesso. Un numero che lascerà indubbiamente senza fiato il pubblico. Ma Bolle fa molto di più. Importante è il suo impegno nel Fai e per l'Unicef. «Sono l’ambasciatore più giovane di Unicef e devo dire che è un’esperienza che mi ha cambiato molto. Sono stato in Africa due volte ed entrambe mi hanno segnato profondamente. Con la fortuna che ho avuto e la possibilità che ho di essere ascoltato da tante persone, sarebbe un delitto non fare la mia parte per aiutare. Il terreno di incontro con il Fai è stata l’arte. L’idea di portare la mia danza nei luoghi simboli dell’Italia ci ha fatto incontrare e da lì sono nati diversi progetti insieme».
«Mi scandalizza vedere - dice ancora - come il nostro patrimonio naturale e artistico sia malcurato e degradato. In un paese normale non dovrebbe neanche esserci la necessità di avere un’associazione che lo difende. Quello che fanno è davvero importante».
Fisico statuario e precisione nel movimento: quante ore al giorno dedica alle prove? «Molte. A seconda del diverso momento della preparazione di uno spettacolo dalle 6 a non saprei. Sono un perfezionista, se un passo non mi convince posso anche risalire a provare sul palco dopo uno spettacolo».
Per lui «la danza classica e il repertorio classico sono la base di tutto. sono le nostre radici, la nostra storia. Un ballerino anche moderno deve avere una buona preparazione classica. e il repertorio non finirà mai di emozionare fintanto che ci saranno artisti in grado di coinvolgere ed emozionare anche i giovani spettatori».
Ai ragazzi che sognano un futuro nel suo mondo un suggerimento: «Non fatevi abbindolare dalle scorciatoie. La danza è un’arte per la quale non basta il talento ma ci vuole la forza per coltivarlo e mantenerlo. Necessita di molto studio, costanza e disciplina. Bisogna poi scegliere bene la scuola, perché le basi sono fondamentali. E infine consiglio di non tralasciare anche gli studi generali, la propria crescita personale: il ballerino deve avere cultura e anima per calarsi nei personaggi che deve interpretare».
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