È morta la professoressa Calvano

Era molto amata dai suoi allievi, dirigeva il coro delle Voci Bianche

«Mi mandi per favore il numero di Luca? È urgente, Edda Calvano sta morendo». È la sera di giovedì 4 aprile, e tra gli ex studenti del Conservatorio di Trieste é già partita una girandola di chiamate ed sms: se ne sta andando una delle insegnanti di musica più grandi e carismatiche della città. Tanto amata che ad accompagnarla negli ultimi istanti, sono stati proprio loro, i suoi allievi.

«Ero con lei tutto il pomeriggio di sabato – scrive Laura Mullich sul gruppo facebook da poco aperto per ricordare la professoressa. – Le ho accarezzato la mano e le ho cantato sottovoce qualche canzone “nostra”, come fosse una ninna nanna... qualche minuto dopo se n'è andata in pace. Abbiamo tanti bei ricordi con lei, eravamo la sua vita, e lei era parte della nostra.» Davide Cerut, invece, la ricorda così: «Le lacrime son scese sentendo quello che ci hai messo nelle corde vocali e nel cuore... stasera canteremo solo per te, tutti insieme, perché noi del coro siamo come una famiglia.»

Edda Calvano è entrata nel cuore di tanti musicisti per averli instradati all'attività artistica fin da bambini, con il Coro delle Voci Bianche della Città di Trieste. Dopo alcuni anni di attività concertistica in duo pianistico, iniziò a dedicarsi ai suoi Piccoli Cantori, facendoli esibire addirittura davanti a Papa Paolo VI in San Pietro e a Papa Giovanni Paolo II in Castel Gandolfo. Seguirono altre sedi prestigiosissime, come la Fenice di Venezia, la Piccola Scala di Milano e la Società dei Concerti di Trieste, solo per citarne alcune. All'estero, ci furono concerti come quelli a Notre Dame di Parigi e alla Cattedrale di Colonia, e la partecipazione a rassegne come Salisburgo e Seeboden... Per queste attività la Calvano è stata insignita della Commenda dal Presidente della Repubblica e del Sigillo Trecentesco della Città di Trieste, nonchè del microfono d’argento dalla Rai e del Fregio d’oro dalla Fenice di Venezia.

«Quello che mi è rimasto impresso di Edda – scrive il soprano Lucia Mazzaria sul suo sito – è la forza con la quale lei viveva la sua vita, con la quale si impegnava nelle sue battaglie e soprattutto l’onestà nel dire sempre quello che pensava senza mai curarsi di chi aveva davanti. Un vero esempio di verità di intenti, di coraggio e di coerenza con le idee professate. Di personaggi così si è perso lo stampo!»

Martina Seleni

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