È morto a 79 anni Silvio Medeot

Abile fotografo, gestiva la Fotoartistica: lascia un archivio sterminato di immagini

Gorizia perde una delle istituzioni della fotografia in città. Si è spento all’età di 79 anni il fotografo Silvio Medeot. Da un mese era ricoverato al San Giovanni di Dio, in seguito a un malore che lo aveva colpito a inizio febbraio. A nulla, purtroppo, è servito il duplice intervento chirurgico per arginare le conseguenze del male, dopo i quali Medeot è stato tenuto in osservazione nel reparto di terapia intensiva. Nato nel 1938, Medeot era cresciuto a Farra, nella sua casa lungo la Mainizza, prima di conoscere Ida Anna, che sarebbe diventata sua moglie e dalla quale avrebbe avuto suo figlio Claudio. La passione per la fotografia risale agli anni immediatamente successivi al diploma, conseguito all’istituto artistico “Max Fabiani” di Gorizia. Terminati gli studi, il giovane Silvio Medeot non perse tempo e iniziò a lavorare come garzone presso lo studio della ditta Fratelli Mio, davanti ai giardini pubblici di corso Verdi. Nel 1965, dopo il matrimonio, rilevò l’attività apponendovi l’insegna Fotoartistica Medeot e la fece crescere fino al 1987, quando si presentò l’opportunità di trasferire lo studio, seppur di pochi metri, nella sua sede attuale, più grande, dove fino a poco tempo fa, scrutando dalle vetrine o varcando la porta per un acquisto, era ancora consueto incrociare il suo sguardo buono e il suo sorriso amichevole. Impossibile tenerlo lontano dalla fotografia e dal “suo” studio. «Papà era in pensione da alcuni anni ma fino a quando ha potuto è stato sempre presente in negozio per offrirmi il suo aiuto e servire i clienti – il ricordo del figlio Claudio – guai se provavamo a tenerlo lontano dal suo mestiere. Ci lascia un archivio sterminato di immagini, tante quelle scattate durante i suoi viaggi ma la maggior parte sono i servizi che faceva per matrimoni, battesimi e comunioni, o anche ritratti in studio e migliaia di fototessere. La fotografia in questi ultimi anni ha subito un’evoluzione incredibile, eppure lui, nato professionalmente con le lastre in bianco e nero, ha sempre accettato la sfida imposta dalle nuove tecnologie». Silvio coltivò l’amore per l’arte fotografica anche grazie alla condivisione di tecniche, segreti ed esperienze in seno al Cifi.

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