È morto Mario Muto, l’anima del Sabotino

Aveva 76 anni. Era un esperto di storia locale e aveva lavorato per trasformare in museo l’ex caserma
Bumbaca Gorizia 01.10.2009 Sabotino, nuovo Museo - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 01.10.2009 Sabotino, nuovo Museo - Foto di Pierluigi Bumbaca

Gorizia piange l’anima del Sabotino. Se n’è andato all’età di 76 anni il goriziano Mario Muto, ricoverato dallo scorso 16 gennaio all’ospedale San Giovanni di Dio, in seguito a un arresto cardiaco che ha provocato uno stato di coma dal quale non si è più ripreso. Conosciuto in città per l’infaticabile impegno nel tentativo di valorizzare il monte Sabotino, divenuto per lui una seconda casa, Muto era un riconosciuto esperto di storia, con una particolare predilezione per quella locale.

Da tempo presiedeva il Centro per le ricerche archeologiche e storiche del Goriziano e fu tra i fautori del recupero dell’eremo e della chiesetta di San Valentino. I suoi sforzi, da anni, erano concentrati nel trasformare l’ex caserma del Sabotino in un museo della Grande guerra. Lascia le figlie Antonella ed Elena, e il nipotino Marco. «In casa si respirava la passione per la storia – racconta Antonella Muto – già quando eravamo piccole, mio padre passava il tempo a leggere volumi di storia e ci portava per musei». Quella per la storia è una passione che Muto coltivava fin da giovane, già dai tempi del servizio militare in cavalleria, in parallelo alla professione di meccanico capo officina.

«Perdiamo una persona che ha dato tanto alla città – il ricordo del sindaco, Rodolfo Ziberna – di recente mi aveva parlato delle sue prossime iniziative e mi aveva accompagnato con orgoglio all’ex caserma. Era l’anima del Sabotino, sarà impossibile sostituirlo. Mi dispiace davvero molto, perché Mario Muto aveva coniugato in modo incredibile volontariato e passione, al punto che, addirittura, per “troppo” amore verso il Sabotino, sua seconda casa, aveva anche subito un’assurda denuncia, fortunatamente finita in nulla. Perdiamo una persona che ha dato tanto alla città e che aveva ancora molti progetti in mente». Ultimamente, Muto stava lavorando a una pubblicazione sulla storia del borgo di Straccis, solo l’ultima di una serie di proficue collaborazioni con l’ex consiglio di quartiere e l’associazione che lo ha sostituito, che conserverà nei confronti dello studioso sentimenti di profonda gratitudine. Camera ardente venerdì 2 febbraio all’ospedale di Gorizia. Funerali in duomo lo stesso giorno alle 12.

(al. ca.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo