E nel 1883 su Le Monde Illustrè c’era Gorizia e la Villa dei Ritter

Il decesso in esilio del conte di Chambord sepolto alla Castagnavizza aprì in Francia una finestra sulla città con indicazioni e tavole illustrate  

PUNTI DI VISTA



Il 3 settembre 1883, una massiccia partecipazione di popolo e oltre 500 francesi reca l’ultimo saluto all’erede al trono di Francia, la quale dopo il suo rifiuto di sostituire la bandiera dai gigli d’oro col tricolore, decide invece la repubblica. Enrico di Borbone-Francia, più noto come conte di Chambord, muore così in esilio e sepolto in quella che è ancora la tomba di famiglia alla Castagnavizza, inaugurata con Carlo X morto anch’egli esule a Gorizia nel 1836. La notizia fu riportata il 15 settembre con enfasi sul settimanale parigino Le Monde Illustrè, attivo dal 1857 al 1956, con la copertina tutta dedicata a Gorizia. All’interno varie illustrazioni del corteo funebre e un’intera pagina con l’incisione di una panoramica dal Calvario e l’indicazione mediante numero dei principali punti di riferimento della città, a comprensione del lettore francese. 1: Castello di Grafenberg (villa Coronini) dove Carlo X morì, 2: Convento della Castagnavizza, tomba del conte di Chambord, 3: Castello di Goritz (in francese), 4: Villa Boeckmann (in via Alviano dove il conte abitava d’inverno, la madre stava a palazzo Strassoldo) e al centro col numero 5 la Villa Ritter, dietro le sue fabbriche e sotto il Castello.

Un evidente riconoscimento internazionale per questa famiglia d’imprenditori, il cui capostipite Giancristoforo Ritter de Zahony giunse a Gorizia da Trieste acquistando da Isaia Ascoli gli stabilimenti di Strazzig. Collegata nel 1860 la città alla ferrovia Meridionale, senz’altro per le pressioni esercitate dai Ritter a Vienna, Gorizia triplica gli abitanti che diventano trentamila alla fine dell’Ottocento. Ultimo proprietario privato fu Otto von Leitgeb, affermato scrittore goriziano in lingua tedesca, che nel 1887 ereditò la villa dal padre Georg, tenente colonnello dell’esercito austriaco e come tanti suoi colleghi, in pensione a Gorizia dal 1869. Sfollato in Carinzia all’inizio della Prima guerra, Leitgeb non tornò più nella città divenuta italiana: nel 1920 villa e filatoi furono ceduti alla Società anonima del Filatoio di Aidussina, divenuta Cotonificio Triestino Brunner nel 1924 e dopo vari passaggi all’Enel, alla Montedison, fu infine acquistata dal Comune nel 1981. L’ingente investimento di quasi 3 milioni per il recupero della villa ultimato nel 2010, non ha però contemplato il grande parco, con le tante piante esotiche per il quale i Ritter erano famosi in città. —





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