«E ora vi racconto chi è davvero Giorgio Pellegrin»

Pugni, schiaffi, minacce. E poi lo stupro. Alla moglie. Una sentenza, una condanna, e lui che se ne va di casa con la scatola delle cravatte in mano, «l’unica cosa che gli importava».
Anni di oblio, e ora Loredana se lo ritrova di nuovo sulle pagine dei giornali. E dice basta, «vi racconto io chi è Giorgio Pellegrin», l’uomo che si presentava come principe del Liechtenstein (a Bassano del Grappa), l’uomo che voleva sposarsi in chiesa pur essendo divorziato, l’uomo che ha lasciato un buco per queste nozze da 160 mila euro, l’uomo del crac della Falconstar di Monfalcone, radiata per debiti dal campionato di basket di serie B.
Ecco, con quest’uomo Loredana ha vissuto («ma era un altro»), lo ha sposato nel 1993, ha avuto due figlie (una di 19 anni e l’altra di 13). Fino al 2001, l’anno del «patatrac»: inizia la violenza, le botte, una, anche due volte la settimana. E lo stupro. Scattano le denunce, lui va via da casa, con la sua scatola di cravatte. Ha anche il tempo di svuotare il conto a Loredana. Nel 2004 la sentenza: viene condannato in prima istanza a 2 anni e 2 mesi di reclusione e a 30 mila euro per danni morali. Va via di casa e da allora non paga un euro per il mantenimento delle figlie, con le quali non ha più rapporti da allora (e peraltro anche le ragazzine, che hanno recuperato una loro serenità grazie a un nuovo “papà”, non ne vogliono sentir parlare).
«Ci siamo conosciuti da giovani, in rione. Sapeva presentarsi, sapeva parlare, sempre elegante, in giacca e cravatta», racconta Loredana. Nel 2000 viene assunto come impiegato in Banca Generali, «girava con i bigliettini da visita come fosse un dirigente...». Due anni dopo le nozze, Pellegrin ha un grave incidente automobilistico tanto da finire in coma. Lo operano al cervello, lo salvano, l’assicurazione lo risarcisce con un assegno da 800-900 milioni di lire. Loredana non lo sa. Verrà incassato da Giorgio nel 2001, senza dir niente alla famiglia. Esattamente quando Loredana decide di separarsi. E di lui si perdono le tracce fino al 2007, quando verrà arrestato a Chiasso (Pellegrin aveva la residenza in Svizzera). In carcere ci rimarrà poco meno di un anno, tra il 2008 e il 2009 e nel frattempo arriva anche il divorzio a cui si oppone, così come all’affidamento delle figlie all’ex moglie. Non versa un euro alle bimbe adducendo “assoluta indigenza, infermità e stato di disoccupazione”. In effetti, di cosa viva e dove viva quest’uomo è un bel mistero. Fatto sta che ogni tanto viene a Trieste, a trovare i genitori, e chi lo incontra lo vede sempre elegante, con telefonino, i-Phone, macchina costosa. E giacca e cravatta. Nel 2008 gli viene tolta la patria potestà.
«Il mio ex marito è stato più che aiutato dalle istituzioni - ricorda Loredana -. Ricordo che appena uscito dal carcere è stato seguito dai servizi sociali per l’inserimento lavorativo, per un anno ha ricevuto il sussidio della Caritas. Poi è sparito, e ogni tanto compare nelle cronache del giornale. Ecco, vorrei semplicemente lanciare un appello, un avvertimento: non fidatevi di lui. Mi domando come sia possibile che abbia tanto credito una persona del genere, come possa aprire imprese qua e là, indisturbato, come possa rovinare la vita alle persone...». Compresa l’ultima “vittima”, la povera sposina di Bassano.
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